Per aver fatto un film incentrato sulla figura di Ipazia, filosofa, matematica, scienziata e donna +100 punti.Per aver scelto come protagonista la meravigliosa, brava e bellissima Rachel Weisz +50 punti.Per un paio di trovate di regia veramente bellissime (la macchina da presa rovesciata durante la distruzione della biblioteca di Alessandria e la visione degli uomini dall'alto, come se fossero piccole insignificanti formiche e a guardali fossero gli astri o, se volete, Dio) +50 punti.Per le spiegazioni alla SuperQuark che dopo un po' ci facevano rimpiangere Piero Angela -50.Per aver tolto troppo spazio ad Ipazia, al suo genio e alla sua incredibile personalità, che le ha permesso di emergere in un mondo misogino e maschilista, per far posto ad ammazzamenti vari -50.Per aver lasciato a casa un po' di cuore e aver patinato troppo il tutto – 30.Totale: +70 e un'occasione mancata di realizzare un capolavoro.Questa è l'equazione di Agorà.Un film che di partenza ha un argomento stupendo: la rappresentazione della fine della supremazia intellettuale greca - che con Ipazia ha raggiunto il massimo della democrazia permettendo ad una donna, per una volta non rinchiusa in un gineceo, di dimostrare a tutti che le donne la matematica e le scienze non solo le capiscono eccome, ma possono eccellere come qualsiasi altro uomo - ricaduta di nuovo in maniera terribile verso l'ingnoranza e l'oscurantismo dell'imminente periodo medievale.Un argomento affascinante quanto preoccupante, che in maniera quasi nietzchiana ci fa capire che la storia dell'uomo procede a cicli, che ogni impero finisce, che ai periodi illuminati seguono epoche buie e che tutto si rimescola e si rincorre in cerchio, come quelle traiettorie perfette che Ipazia tanto indagava, per poi compiere un eterno ritorno al punto di partenza.Tutto questo è rappresentato alla perfezione dalla scena più forte e bella del film: la biblioteca alessandrina, simbolo per eccellenza della cultura, dell'importanza e della ricchezza del sapere, distrutta barbaramente da mani ignoranti e rozze, rovesciata e sovvertita. Una scena che mi ha creato un dolore alle budella, un po' come quando in Indiana Jones e l'ultima crociata si vedono i nazisti bruciare i libri: è l'apocalisse.Poi però il film si perde, indugia troppo in ammazzamenti vari, in una condanna del fanatismo di qualsiasi tipo e colore che è sì giustissima, ma che alla lunga finisce per togliere forza alla pellicola.Così come pure l'uso troppo insistito delle inquadrature dall'alto: bellissime ed emozionanti la prima volta, fastidiose e pretenziose alla decima.Tutto sommato però i punti di forza superano le debolezze e Rachel Weisz da sola vale la visione, ma rimane l'amarezza per aver sprecato l'occasione di realizzare un vero capolavoro.Rachel WeiszLa citazione:“Voi non potete mettere in discussione quello in cui credete, io devo”.Hearting/Cuorometro:♥♥♥1/2Titolo originale: AgoraRegia: Alejandro AmenabarAnno: 2009Cast: Rachel Weisz, Max Minghella, Oscar Isaac, Rupert Evans, Ashraf Barhom, Michael Lonsdale, Sami Samir
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