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Agricoltura e carcere. Senza soldi.

Creato il 31 ottobre 2011 da 19stefano55

In un precedente post avevo parlato della felice idea dell’Assessorato Agricoltura delle Marche nel fare un accordo fra la Regione e gli Istituti penitenziari che hanno anche terreni agricoli.

Per incentivare il lavoro dei detenuti (che hanno scontato parti della pena, che hanno acquisito alcuni diritti, ecc..) c’era una vecchia legge Smuraglia, i cui benefici erano rivolti alle cooperative sociali o ai  datori di lavoro privati.

Riporto dal web , parte di un interessante articolo ( leggi qui,)

queste osservazioni: “La legge Smuraglia, recependo le indicazioni di ampi settori del privato sociale, ricomprende nella definizione di persona “svantaggiata” le persone detenute o internate negli istituti penitenziari ed estende il sistema di sgravi contributivi e fiscali, già previsto per le cooperative sociali, alle aziende pubbliche o private che organizzino attività produttive o di servizi all’interno delle carceri, impiegando manodopera detenuta. La relazione introduttiva alla legge Smuraglia riconosce l’importante opera svolta dalla cooperazione sociale per il reinserimento lavorativo dei detenuti e la necessità di “rafforzare le possibilità di azione delle cooperative sociali rimuovendo alcuni vincoli da cui la loro opera è attualmente limitata” . Essa rappresenta uno sforzo apprezzabile, perlomeno dal punto di vista normativo, per rendere appetibile alle imprese esterne l’utilizzo della manodopera detenuta; uno sforzo che, però, ha bisogno di risorse finanziarie adeguate per poter produrre dei risultati in termini di aumento del numero dei detenuti complessivamente impiegati.

Bene nelle manovre finanziarie non c’è nemmeno una briciola di denaro, pur sapendo che con il lavoro si recupera una percentuale molto alta di detenuti e in più si potrebbero fare lavori socialmente utili a costi minori. Quindi nel medio termine un investimento sociale e di infrastrutture.

Senza incentivi credo che la buona idea marchigiana potrà incidere ben poco!



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