Secondo i ricercatori l’agricoltura verticale urbana, ossia coltivare in spazi chiusi e alti come grattacieli, potrebbe essere la chiave di volta che consentirà di sfamare non solo la Corea del Sud ma anche i 9 miliardi di persone attese entro il 2050. Peccato che serva tantissima luce, ossia energia. Per ora.
A lanciare la sfida per i prossimi anni è il professore Choi Kyu Hong che dalla fattoria verticale urbana di Suwon in Corea del Sud (a sinistra nella foto) sperimenta il nuovo sistema agricolo che non necessita di terreno ma di energia. Lo hanno visitato i due corrispondenti del Der Spiegel Fabian Kretschmer e Malte E. Kollenberg che ne sono rimasti affascinati:
Dall’esterno, la fattoria verticale non ha nulla in comune con il lusso dei grattacieli che la circondano. All’interno dell’edificio, i cespi di lattuga coprono 450 mq. I livelli di luce e temperatura sono regolati in maniera molto precisa. Nel frattempo, nella città circostante, circa 20 milioni di persone vivono la loro vita.
Il progetto di agricoltura verticale assume una prospettiva diversa se si considera che secondo le proiezioni delle Nazioni Unite nel 2050 ci saranno 9 miliardi di persone che popoleranno il Pianeta. Diventa urgente, in base a questa prospettiva, studiare nuovi sistemi di produzione agricola che siano certi e protetti dunque da ogni incertezza climatica. Il problema è che per gestire questo volume di coltivazioni occorre molta luce e dunque energia. Ha calcolato Stan Cox ricercatore del Land Institute in Kansas che se si sostituisse tutta la coltivazione di grano degli Stati Uniti per un anno intero con coltivazione verticale sarebbe necessaria 8 volte la quantità di energia generata da tutte le centrali elettriche degli Stati Uniti e solo per alimentare luci a LED.
Secondo Dickson Despommier, professore emerito di Environmental health sciences and microbiology alla Columbia University di New York, che ha esteso, con l’aiuto dei suoi studenti, la coltivazione dai tetti all’interno delle fattorie verticali.Il progetto si chiama proprio Vertical farm e secondo il modello che hanno sviluppato a Manhattan basterebbero 30 fattorie-grattacieli per sfamare i 50mila residenti, tutto l’anno e senza che tempeste, neve e siccità mettano a repentaglio il raccolto.
Di fatto l’agricoltura verticale è sostenibile su piccola scala tanto che si arriva a usare anche il 90% di acqua in meno. Per ora, secondo il professore Choi accorrono altre ricerche e la competitività dei prodotti la si potrà raggiungere tra almeno cinque anni. La Corea del Sud comunque è decisa a proseguire lungo la strada dell’agricoltura urbana verticale poiché sia i cambiamenti climatici, sia la crescita della popolazione potrebbero mettere in crisi il sistema di approvvigionamento agricolo. Dunque dice Choi, meglio prepararsi alle catastrofi che arriveranno e iniziare a produrre cibo in maniera più consistente.
FONTE: http://www.ecoblog.it/post/12912/agricoltura-verticale-urbana-progetto-per-sfamare-la-corea-del-sud