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Gli agrumi del Gargano sono da sempre una rarità nel panorama agrumario nazionale. Maturano tardi, il regolamento comunitario della «Igp» (identificazione geografica tipica) ne autorizza la vendita non prima del 15 aprile. Le arance siciliane, le più famose, sono in circolazione fino a febbraio, poi dovrebbe scoccare l’ora dell’arancia bionda e del limone femminello del Gargano. Ma da queste parti la coltivazione ha subito una brusca battuta d’ar resto dopo la fine della seconda guerra mondiale, arance e limoni garganici sono per questo diventati un prodotto di nicchia. Qualcosa adesso potrebbe cambiare, anzi nelle intenzioni del consorzio di Tutela e valorizzazione ci sono «ampi margini di crescita di questo tipo di mercato».
«Tutto nasce - spiega il presidente Alfredo Ricucci - dal progetto proposto due anni fa e finanziato dall’ex Agensud: siamo arrivati ottavi su 22 partecipanti al bando, possiamo adesso fare affidamento su un finanziamento di 300 mila euro». Un «tesoretto» dal quale ora si può ripartire per convincere i produttori, innanzitutto, ad aderire al consorzio «Igp».
«Oggi ne abbiamo iscritti 42 - dice Ricucci - ma potrebbero essere molti, molti di più. Basti pensare che le coltivazioni sono rimaste, anche se sono di piccola pezzatura fra i territori di Rodi, Ischitella e Vico del Gargano. Potenzialmente possiamo fare affidamento su circa 800 ettari e una produzione di 20mila quintali. Ma dobbiamo fare di più per rilanciare un prodotto unico». Stamane (ore 10, hotel Villa Americana) la presentazione del progetto alla presenza del commissario dell’ex Agensud, Roberto Iodice e del sindaco Nicola Pinto. Il piano del consorzio prevede una «robusta campagna informativa per pubblicizzare il nostro prodotto - aggiunge il presidente del consorzio - la realizzazione di un vivaio, sanificazione delle piante. Proponiamo ai produttori - dice - prezzi vantaggiosi: 70-80 centesimi di euro al chilo contro i 20 centesimi di mercato attuali, purchè vendano le loro arance e i loro limoni con il marchio Igp». Arance e limoni così diversi da quelli in vendita normalmente nei supermercati: quelle del Gargano hanno dentro i semi, come quelli di una volta. Chi vuole acquistarli può trovarli nelle catene della Coop e di Conad, ma è ancora un prodotto da intenditori. Per «sdoganare» l’agrume garganico ci vuole dell’altro.
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