AGSM Verona con AMIA per non cambiare

Creato il 21 luglio 2012 da Leone_antonino @AntoniLeone
La Giunta Comunale di Verona ha già deliberato l’acquisizione di Amia da parte di Agsm in assenza di una politica di cambiamento da realizzare nei due gruppi che rimarranno immutati nella governance e nell’organizzazione. Pertanto, la decisione sembra una rilevante operazione finanziaria che porterà benefici alle casse del Comune e non agli utenti. Si ricorda che Agsm e le controllate Agsm Distribuzione e Agsm Energie sono stata sottoposte a controlli da parte dell’autorità per l’energia elettrica e il gas, la quale ha riscontrato violazioni della disciplina in materia di obblighi di separazione funzionale e contabile e in materia tariffaria. Il controllo da parte dell’Autorità è iniziato nel maggio del 2011 e a tutt’oggi non si conoscono le misure che Agsm intende intraprendere per realizzare i contenuti della legislazione vigente, la quale garantisce la libera concorrenza e l’efficienza dei costi. Inoltre, occorre valutare la possibilità di integrare Agsm Trasmissione in Agsm Verona al fine di semplificare la governance del gruppo e ridurre gli organi di gestione. Il gruppo Amia dovrebbe a sua volta integrare la Serit che gestisce i medesimi servizi. L’Amministrazione Comunale e le società di gestione dei servizi pubblici locali non hanno ancora introdotto gli standard di qualità dei servizi pubblici e la conseguente trasparenza delle informazioni ai sensi del D. Lgs n. 150/2009. Prima della acquisizione occorreva valutare ed avviare le innovazioni necessarie per migliorare la qualità e le tariffe dei servizi ed introdurre l’organizzazione snella nei gruppi. 
Il Partito Democratico con i suoi rappresentanti in Consiglio Comunale, pur essendo favorevole all’aggregazione, ha criticato duramente il piano industriale presentato dall’Amministrazione Comunale: - “è eccessivamente fiducioso. A breve termine non sarà utilizzabile l’impianto a letto fluido come è stato previsto (pag. 50) e l’impatto del termovalorizzatore a griglia, qualora entrasse in funzione, atteso che i rifiuti saranno acquisiti da altre realtà non servite da AMIA, e quindi fuori dal territorio provinciale, non genererà redditività per le nostre aziende, ma solo per il privato che gestirà l’inceneritore;
- se anche Cà del Bue dovesse funzionare, non è stato studiato in che modo AMIA potrà allargare la sua sfera di influenza su altre realtà del bacino provinciale e, pertanto, l’incremento possibile di redditività, visto che l’attuale sistema di smaltimento pare essere più economico del previsto inceneritore; - era necessario studiare uno scenario dinamico, ovvero una situazione nell’ambito della quale la RD aumenta sempre di più per valutare le ripercussioni su Cà del Bue; - era opportuna una riflessione sul ruolo strategico, e le conseguenti azioni positive, di AGSM nell’ampio panorama dei soggetti che gestiscono servizi pubblici locali per determinare alleanze e aggregazioni (pag. 26 e seguenti). Oggi la società è presente solo nel capoluogo. In questo ambito occorre valutare anche le difese dalle espansioni altrui. A titolo esemplificativo, l’aggressività della nuova aggregazione che ci saràentro i prossimi novanta giorni tra la bolognese Hera, Acegas (Trieste) e Aps (Padova), potrà essere significativa vista la contiguità territoriale; Nel “cross selling” (pag. 46) non è valutata una politica industriale che consenta l’acquisizione di nuovi mercati (il solo contratto con l’Hellas Verona non può essere la stella polare). Basta la sola presenza di AMIA in vari Comuni per favorire l’espansione di AGSM, come indicato nello studio fatto? No. Occorre creare “operatività” e nuovi rapporti politici con i Comuni in modo da suscitare il processo di affidamento di servizi nuovi a favore di AGSM; - era doverosa la valutazione sulla possibilità di avere un impianto di smaltimento di proprietà da parte di AMIA, in grado di ridurre i costi. Ciò in ragione sia dell’ineludibilità dello smaltimento del rifiuto non recuperabile, sia delle ceneri che Cà del Bue produrrà; - la riduzione dei costi di funzionamento doveva essere studiata. Il sistema di gestione dei servizi pubblici locali esistente e futuro di quelle società va semplificato incorporando in AGSM quelle società controllate che possono essere incorporate. I costi di funzionamento che insieme ai costi inutili, agli eventuali sprechi e ai possibili doppioni sono pagati dai veronesi con le tariffe. - impossibile non valutare l’effetto dell’intervento, forse anche sanzionatorio, dell’Authority per l’Energia e il Gas Naturale nei confronti di Agsm e di due controllate”. Dal piano industriale si evince chiaramente che gli studi che lo hanno preparato non hanno operato a 360 gradi perché concionati dal tipo di incarico che hanno ricevuto. In definitiva manca un piano strategico che stabilisca il percorso del gruppo nei prossimi anni al fine di semplificare i processi di produzione dei servizi, realizzare il modello organizzativo più efficiente, eliminare gli sprechi ed ampliare la platea degli utenti con alleanze ed integrazioni con altre multi utility.

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