Ah, la Gazzetta...

E' cosa nota:   la pagina fidentina della Gazzetta di Parma è costantemente occupata da lettere, comunicati, interviste, foto e dichiarazioni di esponenti di FI e del PD;  al contrario, il resto della comunicazione politica non trova spazio e si perde nel tempo.A parte il Massari Sindaco, che la sa lunga e non si spreca, chi si da molto da fare sono da una parte Francesca Gambarini e dall'altra Davide Malvisi.
Cvd, anche oggi, che è domenica, sulla pagina fidentina della Gazzetta c'è Malvisi che parla della piazza davanti alla Stazione e, di fianco c'è la Gambarini che  chiede lumi sull'arrivo di migranti.E il resto? Il resto della comunicazione politica viaggia a scartamento ridotto: non c'è, e quando c'è arriva sempre in ritardo.Inutile prendersela, semmai, ce l’ha insegnato George Lakoff ,  il discorso politico, fregandosene delle Gazzette, guadagna consenso quando traduce in parole d’ordine e metafore dei valori distintivi, riconosciuti come tali.Parole d'ordine e metafore, ripetute e ripetute, ”incorniciano” ogni ulteriore comunicazione, dandole un senso. Se valori distintivi e identificanti non vengono tradotti in metafore che colpiscono l’immaginazione, emozionano e rendono tangibile una specifica visione del futuro, o se ci si limita a contrastare la visione avversaria giocando costantemente “di rimessa", allora il discorso politico non decolla. Addio consenso. L’originalità del discorso politico non è un fatto formale, ma sostanziale, cioè una netta scelta di valori distintivi, che si trasformano in visioni, che danno origine a metafore.Si chiama motivazione la spinta che muove le persone a darsi da fare per andare verso qualcosa di buono o via da qualcosa di cattivo. “Più sicurezza” e “meno tasse”, ad esempio, sono obiettivi chiari, facili da dire e da spiegare anche al bar. Ad esempio, l'odinanza sui Giardini di San Michele del Sindaco Cantini pur con tutti i suoi limiti, era una metafora che è valsa molto di più, in termini di comunicazione, di cento comunicati.Ecco,  sul fronte della comunicazione, a parte i comunicati, molto d'altro c'è da fare, ma tanto si è già fatto e nella direzione giusta.Il cruccio è che tutto questo non è riconoscibile, non soltanto perché la Gazzetta ha le sue preferenze, ma anche perché non si traduce in parole d'ordine e metafore.Bisognerà pensarci, seriamente.
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