L’ho conosciuto, Orazio, un uomo d’un brio inesauribile, d’una fantasia senza pari. M’ha portato in spalla mille volte, e adesso… è repellente a pensarci.
Lo stomaco mi si rivolta.
Qui erano appese le labbra che ho baciato non so quante volte.
Dove sono adesso i tuoi lazzi, le tue capriole, i tuoi canti, i tuoi lampi d’allegria che a tavola alzavano scrosci di risate?
Non c’è nessuno ora che si metta a sfottere il tuo ghigno?
Ti sono cascate le ganasce?
Va adesso in camera di Madama e dille, si dia pure un palmo di fardo, a questo deve ridursi.
William Shakespeare, Amleto (Atto V)
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