Magazine Diario personale
Io non sono una storia che puoi raccontare, non sono una canzone che puoi cantare, non sono un suono che puoi udire, non sono neppure questo che puoi vedere né quello che puoi conoscere. Io sono una sofferenza che anche tu puoi provare, chiamami con un grido. Gli alberi parlano con il bosco, l’erba con la terra, le stelle con le galassie. E io parlo con te. Dimmi il tuo nome, dammi le tue mani, dimmi le tue parole, dammi il tuo cuore. Io ho scoperto le tue radici. Attraverso le tue labbra ho parlato al Tutto, le tue mani sono sorelle delle mie. In una luminosa solitudine ho gridato con te per quelli che sono vivi. In un oscuro cimitero ho cantato con te la più bella canzone perché quelli morti quest’anno erano le persone che amavano di più i vivi. Dammi le tue mani. Le tue mani mi sono familiari. Oh tu, che ho scoperto molto tardi. Io parlo con te come le nuvole parlano con la tempesta, come l’erba parla con la terra, come la pioggia parla al mare, come gli uccelli parlano alla primavera, come gli alberi parlano al bosco. Perché ho scoperto le tue radici, perché la mia voce è sorella della tua.