Ahoj, magické Prahy

Creato il 26 ottobre 2011 da Spaceoddity
Per la terza volta qui, ho l'impressione che Praga non viva sulla propria storia o della propria storia, ma tenda ad assimilarsi e ad essere la propria storia. Città di scorci mozzafiato, come Friburgo, e di lunghe prospettive policrome come Heidelberg, ma più bella di entrambe; città notturna, capace di trasparire all'improvviso nel buio con le sue forme snelle, di un'eleganza e di bellezza a tratti sbalorditiva, posso dirlo?, l'ho trovata straordinariamente triste. Non della dolce tristezza boema che il turista sensibile ama decantare e portare con sé, non il fondo dei miei pensieri bohèmiens, ma il malessere di una civiltà sradicata dal suo sfondo.E sì, mi piaceva di più venticinque anni fa, o quando ci tornai con la scuola. O, posso dirlo: mi piacevo di più nell'essere a Praga allora. Non in questa città divorata dalla curiosità di massa, non in questa città fantasma del  suo mondo, su questo set senza sceneggiatura e senza protagonisti, in questa città senza primavera e senza resistenza. Città di colori, dalle tinte straordinarie riflesse sui palazzi ghiacciati della piazza della città vecchia, città inanimata, città di anime che scorrono nella Moldava che sembra stia lì a giustificare il Ponte Carlo e le sue statue, una millenaria storia di ebrei e di sofferenze, di inondazioni che gocciolano nella storia del cimitero ebraico, del rabbino e del suo Golem.Ahoj, magické Prahy. Ciao, Praga magica. Non ti chiedo di essere la città inventata da Ripellino, non ti chiedo tesori nascosti e leggende boeme. Non ti chiedo neanche di essere Praga, A.D. 2011. Ma com'è che non colgo più il tuo spirito fatato, i tuoi colori nei paesaggi seppiati, nelle inquadrature in bianco e nero del giorno e della notte? E dov'è la tua musica?
Non so se sia capitato solo a me, ma ho avuto l'impressione di entrare dentro un meraviglioso set di cartoline... e che tutto ciò sia avvenuto senza incantesimi. Non l'ho sfondata, non l'ho penetrata, mi ha aperto uno squarcio per farmi passare rimanendo incolume, questa Praga piovosa non mi bagna del suo umore.

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