Segni particolari: leghista. Curriculun vitae: sindaco di Adro con una storiaccia alle spalle di sversamenti tossici. Fatti noti: aver trasformato il nuovo polo scolastico “Gianfranco Miglio” in un gigantesco murales della Lega con il sole delle alpi dappertutto, ma soprattutto aver negato il pasto a 15 bimbi i cui genitori non erano in grado di pagare la retta dell’asilo. Dovette intervenire un imprenditore a saldare e salvare l’onore e la dignità del paesello da questa infame vendetta trasversale del sindaco xenofobo non solo verso gli stranieri, ma anche verso i poveri in generale: quei bimbi erano sia extracomunitari che italiani.
Ma adesso Oscar Lancini, protagonista di questa vita moralmente e politicamente miserabile è agli arresti domiciliari con l’accusa di aver truccato le aste per la realizzazione di alcune opere pubbliche, favorendo alcune alcune aziende e certo non per la bella faccia degli imprenditori. Nell’Italia grottesca e paradossale che via via rivela le sue piaghe, questo potrebbe essere forse l’unico connotato “normale” di un sindaco che a forza di solleticare la pancia era sceso fino allo sfintere.
Tutto questo ci insegna una cosa: che la bassezza morale e l’inconsistenza politica non si accompagnano mai all’onestà, che chi è capace di lasciare digiuni bimbi di pochi anni perché i genitori non sono in grado di pagare 50 euro prima o poi farà valere la sua indifferenza umana anche piano degli affari opachi e della sfrenata avidità personale. L’importante è mettersi in tasca più che si può. Certo in questi anni avremmo dovuto impararlo e accorgerci che anche certi atteggiamenti falsamente devoti o di iper correttezza formale, di quelli che fanno parlare di sceriffi, nascondono il baco che mangia la mela: del resto quasi tutti i referenti politici di Lancini sono stati “denudati” nei loro intrallazzi, tanto che forse sarebbe convenuto decorare quella scuola con il soldo delle Alpi.
Da falso sceriffo a vero fuorilegge dunque. E di certo per ben più dei 50 euro che erano il prezzo di un ladro di dignità.