
L'apertura ha fatto i conti con il passato, ma deve soprattutto farli con il futuro: non ha intenzione di tornare su suoi passi, di navigare la Manica al contrario e ha fatto sapere che lui sarà a disposizione della nazionale finché qualcuno non chiuderà la porta.
Teoricamente, ordunque, non ci sarà nemmeno James Haskell nel futuro prossimo inglese. La terza linea dopo il Mondiale trascorrerà un anno in Giappone, decisione annunciata da tempo. Quando tornerà nel continente, non ha escluso che potrebbe optare per altre leghe che non siano esclusivamente la Premier, anche se al rientro sarà uno dei London Wasps. Per alcuni, il rischio che esca dal giro dell'Inghilterra non dipende solo dalle norme, quanto da tutto il resto nel caso specifico. Austin Healey, che i reporter sportivi dovrebbero ringraziare per le pepate dichiarazioni che ama rilasciare, a luglio ha definito se non stupida, certo idiota la scelta giapponese di Haskell.
"Un anno via e puoi essere ben presto dimenticato", ha raccontato. "Sacrificare l'opportunità di giocare per l'Inghilterra dopo il Six Nations che ha disputato, dove ha giocato davvero bene, penso che sia molto naive".
Tornando a bomba, c'è poi la lunga storia dei club inglesi che non riescono più a vincere l'Heineken Cup. La federazione non ha molta intenzione di cedere alle pressioni dei top team che chiedono periodicamente un innalzamento dei salary cap per competere con le rivali transalpine. Tanto vale puntare sull'autarchia, facendo presenti ai big player che se vogliono cambiare aria, mettano in conto di scordarsi la maglietta della nazionale.