L'8 agosto 1881 perdono la vita tre alpinisti: Damiano Marinelli e le guide Ferdinand Imseng e Battista Pedranzini rimangono uccise per la caduta di una valanga. Unico superstite il portatore Alessandro Corsi che scende a dare l'allarme a Macugnaga.Il clamore che provocò questa tragedia contribuì ad alimentare la fama di parete delle valanghe che non abbandonò più la parete est della montagna.
Il 3 settembre 1893, Guido Rey e Luigi Vaccarone con le guide Zurbriggen, Burgener e Therisod, tutti tra i più grandi alpinisti del tempo, aprono una nuova via che segue l'itinerario classico della Dufour per poi traversare fino al Colle Gnifetti.
Una settimana più tardi, il 10 settembre, Matthias Zurbriggen con Carlo Restelli e Luigi Burgener aprono una nuova via sulla est della Nordend (via Restelli), a sinistra della Brioschi.
Il 15 agosto 1909 tre alpinisti milanesi Antonio Castelnuovo, Guglielmo Bompadre e Pietro Sommaruga, dei quali Castelnuovo era il più esperto, dopo la necessaria preparazione tentano la est della Nordend senza l'aiuto delle guide. Dopo un bivacco in parete il 16 di agosto la cordata inizia la parte alta della parete quando il cattivo tempo incomincia ad imperversare e i tre sono dati per dispersi. Furono mandati dei soccorsi ma nonostante le lunghe ricerche i corpi non sono mai stati trovati.Un'altra tragedia che ha percorso la memoria e la storia di tutto il secolo scorso è quella che riguarda Casimiro Bich. Correva il 1925. Insieme ad un'altra guida il Bich stava portando in salvo degli escursionisti alla Capanna Margherita quando la tormenta, il vento e la bufera lo traggono in inganno e lo fanno precipitare in un burrone. Il suo corpo verrà ritrovato 46 anni dopo molto in basso rispetto a dove sarebbe dovuto essere.
Bene.
Sapendo tutto questo ci apprestiamo a raggiungere i piedi della parete Est per ammirare il Lago delle Locce.
Per raggiungere Macugnaga, punto di partenza di questa escursione, bisogna proseguire dopo Gravellona Toce in direzione del Sempione sino a Piedimulera dove si lascia la superstrada e si seguono le indicazioni per la Valle Anzasca; la si risale tutta (oltre 25km) sino a Macugnaga zona Pecetto ove vi è la partenza della funivia che arriva al ghiacciaio del Belvedere; si lascia l'autovettura nel parcheggio adiacente la partenza della seggiovia e si imbocca il sentiero segnalato che indica 1.00h al Belvedere.
Si cammina su facile poderale-carrareccia sino alla località il Burki ove vi è la stazione intermedia della seggiovia; oltrepassato l'alpeggio si prosegue sulla destra e si risalgono una decina di ripidi e duri tornanti sino a giungere al rifugio Cai Saronno; si procede ora seguendo il sentiero che sale nel bosco di larici subito dietro il rifugio ed in pochi minuti si giunge alla stazione terminale della seggiovia in zona Belvedere.
Si prosegue per 5 minuti seguendo i cartelli indicatori rifugio Zappa-Zamboni sino a giungere alla zona della morena del ghiacciaio Belvedere: lo si attraversa seguendo attentamente gli ometti di pietra e le palette poste sulle rocce; in breve si è sul versante opposto della morena e guardando alla propria destra si può notare il ghiaccio vivo proprio sotto di voi; a questo punto siamo oltre i 2000m di altezza ed in circa 20 minuti su buon sentiero si raggiunge il rifugio Zappa-Zamboni; una volta giunti in vista del rifugio si prosegue sulla destra sino ad un cartello indicatore il lago delle Locce ed il fù Lago Effimero; si procede a sinistra del bivio per circa una decina di minuti sino a quando si giunge in prossimità di un'altra morena che bisogna risalire a fatica seguendo le molteplici indicazioni presenti sulle rocce ( è un muro di tutto rispetto e va affrontato con calma).
Dopo circa altri 10-15 minuti si giunge in prossimità di una selletta a cavallo tra due morene ed in lontananza di intravede il ghiacciaio delle Locce; dopo pochi passi si comincia a vedere il lago delle Locce dal caratteristico colore verde-grigio. Dalla partenza di Pecetto con calma ed ammirando il grandioso panorama che ci circonda ci impieghiamo circa 2h per giungere al lago. Per la discesa si utilizza lo stesso sentiero dell'andata.
Fabio Casalini.