Ebbene si: questa faccia d’angelo in realtà ci ha fregati tutti e avrebbe anche avuto il suo riscontro economico se non fosse venuta fuori la notizia che ha sconvolto l’animo di migliaia e migliaia di quindicenni in tutto il mondo.
Il buon Michel Telò, arci-stra-sconosciutissimo pseudo cantantucolo della scena brasiliana è salito alla ribalta da un bel po di mesi a questa parte per il tormentone invernale Ai Se Eu Te Pego (ve lo sognate che ci metto il link), portata in Europa dai calciatori carioca e dilagata nel molle tessuto cultural-musicale italiano che, per sua definizione, assorbe qualsiasi tipo di stronzata straniera facendola diventare all’istante oggetto di culto per veri e propri decerebrati.
Per mesi la canzone più insulsa del mondo ha tormentato l’esistenza di tutti noi, in tv, in radio, persino negli autobus urbani finchè non è arrivata la notizia: Telò avrebbe copiato spudoratamente e vergognosamente il pezzo. (Dopo la pausa i particolari).
A dare addosso al biondo brasiliano idolo delle folle sarebbero state tre studentesse, Marcela Quinho, Maria Eduarda Lucena e Amanda Cavalcanti, che affermano di aver composto il simpatico e demoniaco motivetto durante una gita; fatalmente per loro, e soprattutto per noi, la fatal melodia è stata ascoltata da Sharon Acioly, un’altra cantante brasiliana, che si è trovata al posto giusto al momento giusto. Dalla registrazione abusiva del pezzo all’accordo economico con Telò il passo è stato breve. Ad impepare ancora il piatto ci si sono messe altre studentesse, coinvolte nel furto del brano, che si erano accordate con la Acioly durante la fatidica gita.
Il tribunale di Joao Pessoa ha immediatamente e retroattivamente bloccato ogni tipo di introito proveniente dallo sfruttamento mediatico di Ai Se Eu Tu Pego, congelando al momento la situazione economica: se le tre ragazze potranno dimostrare di essere veramente le autrici del pezzo allora si ritroverebbero in tasca tanti bei soldini.
Sostanzialmente non cambia nulla per le migliaia di invasate ed invasati che subito hanno cominciato a canticchiare e a ballare questo strazio di canzone (e mai quanto in questo caso il termine canzone è adatto a rappresentare il brano, brano però mi fa impressione, meglio canzone quindi) ma in realtà è l’ennesima dimostrazione di quanto il mercato musicale sia volubile ed esposto non solo al cattivo gusto ma anche e soprattutto alla fregatura.
Nossa, Nossa, Assim voce me mata, ai se eu te plagiu, ai ai se eu te plagiu…delicia, delicia…