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Ai tempi di Indro

Creato il 29 aprile 2014 da Dave @Davide

Leggendo l’editoriale dell’allora direttore, Indro Montanelli, c’è stato un passaggio che mi ha colpito più di tutto il resto. Nel fare un bilancio dei cinque giorni della kermesse comunista – una sostanziale formalità, dato che la svolta della Bolognina era già cosa fatta, Montanelli dedica un commento alla mozione perdente, quella di Ingrao e Natta, quella dei fedeli all’eredità comunista. E nonostante la distanza di vedute, di formazione, di pensiero, scrive:

Gli unici che ci sono apparsi a misura della situazione e «nella parte», come si dice nel gergo dei teatranti, sono stati i vinti, rimasti fedeli, nel momento della rotta, alla consegna. E anche il congresso lo ha sentito: lo dimostrano i dieci minuti di applausi, anzi di ovazioni all’accorato savonaroliano tua culpa di Ingrao. Saranno «vetero» quanto si vuole questi uomini. Saranno i «gestori di un fallimento» o i «sovrintendenti al museo». Ma sono i soli che non si sono travestiti, e hanno mostrato il loro volto e parlato il loro linguaggio.

Ai posteri lettori di Travaglio, Sallusti & co. la non poi così ardua sentenza.

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