La mia riflessione, se così può chiamarsi, prende spunto da uno degli argomenti dei temi di maturità di quest’anno: partendo dalla celebre citazione di Andy Warhol «Nel futuro ognuno sarà famoso al mondo per quindici minuti», analizzare il valore della fama nella società moderna.
Se Warhol avesse avuto Youtube o Twitter chissà cosa avrebbe detto!? Innanzitutto anche il concetto di “fama” è cambiato. Oggi si punta più sulla “visibilità”, per questo tutti tendono a mettersi in vetrina. Da “Fame! I wanna live forever” a “Seguici anche su…”
Infatti, se i Reality e i Talent show sono ancora circoscritti a “pochi” eletti (se non sei una modella o non sei simpatico alla Maionchi, non hai speranze!), i social media permettono a tutti di essere “famosi” e in tanti modi differenti.
Su YouTube, ad esempio, ci metti la faccia! Ci sono un sacco di persone (o youtubbers) diventate famose grazie a questo sito, Justin Bieber ne è l’esempio più riuscito. Per diventare famoso su YouTube devi essere o un deficiente, o un talentuoso o devi avere qualcosa da dire. Per diventare famoso su YouTube devi essere o un deficiente, o un talentuoso o devi avere qualcosa da dire. Sono nate perfino delle mini-serie su YouTube (consiglio vivamente “Freaks”). Puoi creare video tutorial, come ClioMakeup, la famosissima makeup artist del web, video divertenti o parodie, come fa Willwoosh o semplicemente puoi abbandonarti all’ebbrezza della videocamera e attuare come se fossi ubriaco di limoncello, vedi Gemma del sud.Ormai i weblog sono superati! E poi oggi c’è Tumblr, la piattaforma più famosa di tumblelog (una variante abbreviata del blog), dove ci si può perdere nei meandri di citazioni, frasi geniali o semplicemente sfoghi condivisi. Su Tumblr sei famoso per i tuoi pensieri.
Così come su Twitter! Si è diffuso (era ora) anche in Italia, è un microblogging dove si possono condividere piccoli messaggi di testo con la possibilità di comunicare attraverso tag, con tutta la rete. Se utilizzato in modo intelligente permette di mettere in luce la propria impresa o attività, infatti è la piattaforma più citata quando si parla si social marketing. Su Twitter puoi avere il tuo momento di gloria se un utente ritweetta il tuo tweet (in termini umani: se un utente rigira il tuo messaggio sulla sua bacheca) o se attraverso i tag altri utenti leggono il tuo messaggio relativo a un determinato argomento. Ricordate l’utente Mpietropoli divenuto “famoso” per aver tweettato una citazione di Berlusconi su Mussolini durante un vertice dell’unione Europea!? I poteri di Twitter…
Altra cosa è Facebook, li infatti la tua “fama” si restringe alla cerchia di amici e, se vuoi allargare quella cerchia devi creare una pagina fan. Il concetto di fama da questo punto di vista è più chiaro: si crea la pagina e i fan la seguono. Le pagine normalmente appartengono a gente già famosa, come attori, cantanti, giornalisti ecc, ma ci sono pagine di utenti non famosi, diventate famose per il proprio contenuto. L’esempio più evidente, ahimè, è dato da “Camorra&Love” un ragazzino che sforna link che godono di centinaia di commenti (spesso ostili) e like. Altre pagine degne di nota sono “Esclamazioni antiquate”, “1001 modi di insultare senza parolacce”, “Frasi scontate e citazioni insipide condivise dagli amici meno originali” (la mia preferita), e più seriamente la pagina del M.A.I. (Movimento antiberlusconiano italiano). Ah, anche Abattoir ha una pagina su FB! Attraverso queste è possibile diffondere notizie, pensieri e genialità grazie ai link che gli utenti possono condividere, si crea così una sorta di catena e il tuo link può gironzolare tra le bacheche di tutto il mondo, arrivando anche a chi non è nella tua lista di amici.
Per concludere: quanto ci avete impiegato per leggere il mio articolo? Ecco, questo è stato il mio momento di fama…