Ecco i dati.
Abruzzo: Chieti 12,40%; Pescara 13,00%; Teramo 12,10%
Basilicata: Matera 11,40%; Potenza 14,00%
Calabria: Catanzaro 17,80%; Cosenza 16,00%; Reggio C. 16,70%; Vibo V. 15,20%
Campania: Benevento 11,80%; Napoli 12,70%; Salerno 11,30%
Emilia Romagna: Rimini 11,20%; Ravenna 9,80%; Cesena 10,50%
Lazio: Frosinone 11,60%; Latina 10,40%; Rieti 11,60%; Roma 11,00%; Viterbo 10,70%
Liguria: Genova 11,00%; Imperia 17,30%; La Spezia 10,70%; Savona 13,00%
Lombardia: Brescia 11,00%
Marche: Fermo 10,50%; Ancona 10,60%; Ascoli Piceno 11,00%; Macerata 10,80% Molise: Campobasso 12,50%
Puglia: BAT 14,50%; Brindisi 12,00%; Foggia 12,30%; Lecce 11,00%; Taranto 11,20% Sardegna: Cagliari 14,00%; Medio Campidano 13,40%; Sicilia: Agrigento 14,30%; Catania 12,20%; Ragusa 12,70%; Siracusa 12,20%; Palermo 14,00%; Trapani 14,50%
Toscana: Arezzo 10,84%; Firenze 10,50%; Pistoia 10,20%; Siena 10,60%; Umbria: Perugia 10,00%
Veneto: Verona 11,00%
Da un primo esame dei dati si evidenzia una resa media di olio prodotto a livello nazionale nel mese di ottobre 2013 pari al 12,27% In particolare, saltano subito all'occhio le rese medie, comprese tra il 15 ed il 18%, della Calabria nel suo complesso, rese molto alte alle quali si contrappongono le scarsissime rese di Umbria, Toscana, Marche ed Emilia Romagna, che non raggiungono l'11%, rese che poi si traducono in ancor meno olio prodotto in queste regioni, che nel complesso concorrono a formare solo il 5% circa della produzione olearia nazionale (dati ISMEA). Per trarre le dovute conclusioni, si aspetta la fine di questa campagna olearia, da molte regioni definita "fallimentare" per i quantitativi prodotti.