“Nel corso degli anni, la pratica assidua e l’esperienza dell’insegnamento, mi hanno portato a riflettere sull’Aikido come Arte Meditativa, constatando il fatto che la categoria di Arte Marziale, da sola, potrebbe risultare per tale disciplina, riduttiva e paradossale. Nell’usare la parola Arte, faccio riferimento alla capacità e alla necessità dell’uomo di esprimere se stesso in modo creativo, in tutte le proprie dimensioni, nella ricerca inesauribile del senso della vita e della Bellezza, a cui aspira con nostalgia profonda, quale origine e meta del suo divenire.
Il termine Meditazione riguarda, cogliendone l’accezione tipicamente orientale, la possibilità che abbiamo di creare in noi l’unione armonica di mente, corpo e spirito, attraverso metodiche in grado di accendere i processi di autoconoscenza, di risveglio della coscienza, di trasformazione consapevole, di trascendenza, di espansione del proprio essere in relazione agli altri e alla natura.
1. Verso il superamento del concetto di marzialità
E’ proprio il suffisso giapponese “Do”, la Via, usato dai fondatori delle Arti Marziali moderne, che viene a rivelare qualcosa di prezioso ed inedito riguardo agli obiettivi della pratica. Specialmente riguardo all’Aikido, la Via dell’Armonia, salta immediatamente agli occhi, come la definizione di Arte Marziale sia un paradosso ed una contraddizione in termini. La Via che viene indicata da Ueshiba, fondatore dell’Aikido, è un percorso educativo, un servizio alla persona, un’opportunità di sviluppo individuale e collettivo, una opzione etica fondamentale, nella prospettiva di un profondo rinnovamento sociale che parte necessariamente dalla trasformazione del Cuore dell’uomo. L’Arte della Pace, via meditativa di trasformazione, quindi, prende il posto dell’Arte Marziale, arte della guerra, espressione di una cultura di morte.
L’Aikido come via di sviluppo intuita, sperimentata e consegnataci da Ueshiba, si caratterizza come metodo dinamico, in continua evoluzione, in cui il soggetto protagonista è il praticante e l’obiettivo è la qualità della vita che viene coltivata nella metafora della pratica. Le tecniche non sono il fine, ma lo strumento con cui ci si esplora fino a scoprire i princìpi che ci strutturano, affinché possiamo essere liberi, nel tempo e nello spazio, di esprimerci in coerenza di pensiero e d’azione. L’Aikido, Via dell’unione armonica delle energie, è il salto di qualità dalla tecnica all’Arte; dall’uso strumentale e possessivo delle risorse, alla conoscenza che rende liberi; da una pratica omologante e dogmatica, ad una relazione dialogica e costruttiva in cui ciascuno è valore, soggetto della cura di tutti. Ne deriva che l’Aikido ci pone in una nuova coscienza, in una rinnovata sensibilità.
E’ appunto la chiarezza degli obiettivi che fa la differenza nell’ambito di ogni sessione di allenamento. Si potrebbe anche padroneggiare molta tecnica (Jutsu) ma non essere entrati nell’Aikido, in cui, ciò che conta è la dimensione dell’essere e non quella dell’avere. Diventare efficaci allora significherà imparare a gestire se stessi, la situazione, l’altro, nel modo migliore, coltivando forza di volontà, capacità di discernimento e autocontrollo, piuttosto che spirito violento e distruttivo.”
Il vero scopo dell’Aikido non consiste semplicemente nel praticare le tecniche del Bu Jutsu. Il suo profondo scopo è la creazione di un mondo di bellezza, grazia ed armonia. (Morihei Ueshiba)
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