Ed ecco il secondo, graditissimo articolo, gentilmente concesso per gli amici di BudoBlog, dal collega di penna e di Budo Alessandro del blog “lo scorrere del ki“.
“Il nostro maestro parla di “piccoli satori”, piccole illuminazioni.
Il termine non è appropriato ma rende bene ciò che si prova quando si intuisce qualcosa per la prima volta, anche una piccola cosa.
Sono le 22 passate al nostro dojo (struttura S.Maria Mater Dei – Roma), solo due ore fa eravamo mesti e affaticati, ognuno per motivi diversi, sembra impossibile, ma ora ci sentiamo carichi e prodighi di sorrisi. Mi sorprendo a vedermi, se non condividere, almeno accettare vedute ed opinioni diverse dalle mie (in altri momenti la mia vena polemica le avrebbe rifiutate).
Mi ritrovo a riflettere per la prima volta sul fatto che ognuno di noi non è venuto oggi solo per sentirsi più in forma ma per ricercare, ciascuno per conto proprio, di superare qualcosa che lo limita e forse lo opprime, di operare un cambiamento. Ognuno di noi sente il richiamo verso percorsi diversi dalla comoda e stagnante staticità dell’ abitudine.
Siamo insoddisfatti della nostra vita? Nè più ne meno di quanto lo siano tutti gli altri, immagino. Quello che ci spinge a praticare non parte da un obiettivo preciso ma dalla curiosità. Questa, a mio modesto parere, è una componente della parola “do“: la via che si è scelto di seguire, che non sappiamo dove e quanto lontano ci potrà portare.
Al termine di certe lezioni come questa, intense e partecipate, mi capita di ripensare al significato del nostro Aikido, e appena finito di scrivere questa frase mi accorgo di aver usato senza troppo pensarci due parole importanti: “significato” e “nostro“. La prima parola è la chiave per chi si accinge a praticare un’arte marziale con il giusto spirito: qui non si tratta di fare uno sport qualsiasi, non si tratta solo di imparare delle tecniche, è necessario dargli un significato. Questo non vuol dire che non si possa praticare senza porsi domande gravi ed importanti ma, sarà sempre più difficile continuare a praticare senza porsele, soprattutto l’Aikido, disciplina che non ha altri scopi se non la pratica stessa. [...]”
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