A inizio Marzo ho partecipato a un seminario di Aikido davvero entusiasmante, svoltosi a Monza e che porta a tre gli incontri in Italia con il Maestro Kenji Shimizu!
Dojo più contenuto e numero di partecipanti non eccessivo… ma si è respirata secondo me molta più energia, ero in seiza in prima fila a due passi da Maestro e sentivo moltissimo lo scorrere del KI mentre dimostrava le tecniche con il figlio Kenta. Inoltre sembrava di praticare a livello familiare, in un luogo più caldo e molto più coinvolgente.
I racconti del Maestro risalenti a quando era uchi-deshi (allievo diretto) di O’Sensei Ueshiba mi avvolgono sempre in un alone magico e mentre spiegava chiudevo gli occhi… cercando di calarmi in quei tempi… e ciò ha generato dentro di me un misto di sensazioni: grande felicità e calma interiore come in una meditazione profonda alla quale ci si abbandona e che vorresti non finisse mai.
Ho notato che in tutti gli incontri il maestro Shimizu rimarca sempre sulla perseveranza nella pratica, sul non abbandonare anche quando i progressi rallentano, sul fatto che molti lasciano ancora prima di aver assaggiato l’essenza dell’Aikido che arriva dopo parecchi anni di pratica. Durante questo seminario ci ha confessato che pure lui ha pensato più di una volta di abbandonare causa sezioni di allenamento troppo dure, ma ha resistito e ha raccolto i frutti che oggi possiamo assaggiare incontrandolo e vedendolo praticare.
Mi accorgo che il Budo è una strada molto dura e che più si pratica Aikido e più se ne scoprono le difficoltà, forse è proprio per questo motivo che il maestro ogni volta non si fa mancare di inserire sempre delle parole di conforto e aiuto nella pratica.
Non per ultimo questo è stato anche il seminario che ha visto raggiungere il grado di yudansha (cintura nera) da parte di alcuni allievi, in particolare del mio compagno di pratica Simone Lorenzi con il quale mi congratulo per i risultati raggiunti con la sua perseveranza e amore per la pratica di questa fantastica disciplina.
Posso tranquillamente affermare che tutti i seminari di Sensei Shimizu lasciano sempre un prezioso seme che dev’essere poi coltivato quando torniamo nel nostro dojo, ciò indica di volta in volta la strada da seguire (per niente facile) con la piena fiducia che un giorno ci appagherà completamente…
Unica regola da seguire: continuare nella pratica in attesa del prossimo seminario di questo maestro d’altri tempi!
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