Gli Aikira sono nati in seno ai Vibratacore e rappresentano una fuga di Fango (chitarra) e Kote (batteria) verso lidi strumentali di matrice post-rock, al cui interno i due musicisti (con l’aggiunta di Andrea e Simone, rispettivamente chitarra e basso) lasciano ampio spazio di manovra all’inserimento di elementi presi in prestito da altri stili, allo scopo di costruire brani ricchi e bilanciati, così da non risultare mai troppo cerebrali o pesanti. La qualità principale degli Aikira è l’abilità nello sfruttare un linguaggio ormai codificato per dar vita ad affreschi sonori nei quali la componente psichedelica e la scrittura in crescendo contribuiscono all’effetto finale di grande impatto. Non manca la ricerca di soluzioni meno scontate, come nell’interessante “Elemental 01”, al cui interno s’infiltrano elementi noise ad arricchire la scrittura degli Aikira con una vena sperimentale che qui si prende spazio sotto i riflettori ed esce prepotentemente allo scoperto. La cura per gli arrangiamenti e per i singoli dettagli rendono l’ascolto simile a un viaggio attraverso paesaggi ricchi di vita e di colori, anche se i quattro si dimostrano sempre attenti a non strafare per impressionare l’ascoltatore con virtuosismi o barocchismi di sorta. Dopo la sbronza di formazioni dedite a giocare con le contaminazioni post-rock e a scegliere la via strumentale (non sempre con cognizione di causa), l’ascolto di album simili riconcilia con il genere e lascia sperare per un futuro in cui manierismo e voglia di seguire un trend siano sostituiti da una passione reale, come quella che si avverte lungo queste otto tracce.
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