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Aironi, Treviso e FIR: sul rischio di ballare da soli

Creato il 06 aprile 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Aironi, Treviso e FIR: sul rischio di ballare da soliE’ il giorno degli Aironi, del Consiglio Federale che a pochi chilometri da Viadana – si tiene a Parma – dovrà decidere del destino immediato della franchigia lombardo-emiliana. Salterà fuori l’eroe dell’ultimo minuto (leggi uno sponsor) che salverà i nostri prima che la casa venga distrutta dal fuoco? Difficile. Melegari ritira le dimissioni che sono già sul tavolo? Mah… La FIR accetterà le richieste che arrivano dagli Aironi? Quasi fantascienza.
Un nuovo bando ripartendo da zero? E quali sarebbero gli sponsor disposti a intervenire?Non ci credo.
La franchigia federale? Sbaglierò, ma è l’ipotesi più probabile e la più semplice da mettere in piedi. Entra la federazione che decide il da farsi e stop.
Certo il presidente Dondi ha detto che di franchigia federale non ne vuole sentire parlare ma che se necessaria lo farebbe per un periodo di tempo limitato. Che per un politico navigato come l’attuale presidente FIR è quasi un annuncio. Poi sul “temporaneo” si può discutere: per mezzo secolo i discendenti dei Savoia non hanno potuto fare rientro in Italia per la XIII Norma TRANSITORIA della Costituzione. Transitoria, temporanea. Il concetto di tempo può diventare molto labile.

Il problema però in realtà è un altro e sta più a nord. Il problema vero è il rapporto con Treviso, vero asse politico del rugby italiano, perché oggi ovviamente si parlerà anche di quello. Perché Benetton e Aironi sono sulla stessa barca e pur con alcune differenze chiedono le stesse cose. Soprattutto di sedersi attorno a un tavolo in maniera collegiale, visto che per due anni non è mai successo. Per discutere, confrontarsi, magari litigare, comunque dirsi le cose in faccia e non solo attraverso comunicati sibillini.
Oggi si parla di Aironi guardando a Treviso, perché alla fine la domanda è semplice: che farebbe Treviso se dovesse avere a che fare con una franchigia federale apertamente “nemica” sul piano politico? Una franchigia federale – come concetto generale – ci può stare benissimo ma in presenza di regole certe e condivise, con un certo respiro di tempo e che mettano sullo stesso piano il pubblico e il privato, diciamo così. Che però non è esattamente lo scenario che andrebbe a comporsi al di qua delle Alpi. E se la federazione alla fine si trovasse a ballare da sola?


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