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AIUTO, HO PERSO LA MAMMA! (Memorial Fulvio Zecchini)

Creato il 17 maggio 2011 da Fathersnake
AIUTO, HO PERSO LA MAMMA! (Memorial Fulvio Zecchini)"Vado a prenderlo io il Garmin".
Queste furono le ultime parole pronunciate da mia madre prima della partenza della gara della Mandria (splendido parco nei pressi di Venaria) valida per il campionato UISP canavesano. Intanto però il tempo passava, e l'inizio della gara si approssimava. Tempi contati i miei, perché alle dodici mi aspettava un turno di lavoro. Già il fatto che la gara iniziasse ben dopo le nove m’inquietava, perché i margini di tempo disponibili per il rientro non erano così ampi. Ebbene, dopo un’ora da quelle parole, di mia madre nemmeno l'ombra. Eppure, si trattava, al massimo di venti minuti di cammino dieci andata, dieci ritorno. Comincio a chiedere in giro se mai qualcuno l'avesse vista. Niente. Allora corricchio in direzione dell'auto (distante più di un chilometro di sentieri campestri) e un podista che conosco mi riferisce che l'aveva vista passare, diretta verso la partenza, più di dieci minuti prima. Come? L'avrei scorta sicuramente, visto che da un secolo ormai ero in trepida attesa simil vedetta lombarda, accanto alle borse della Podistica Leinì, squadra di cui mi onoro far parte.
Dov'era finita? Perdersi è impossibile,con la gran mole di podisti che trottano da e verso la partenza, e gli altoparlanti che strepitano; non siamo nella giungla vietnamita. Intanto, ormai è ora di partire e non so che fare: se dover disinteressarmi della competizione e cercarla (dove, poi?) oppure parteciparvi contando sul fatto che, attraversando il parco in corsa, magari sarei riuscito a scorgerla da qualche parte. Con mano il suo cellulare, neanche aspettassi una telefonata così importante per cui valesse la pena rispondere nel corso di una competizione, mi accodo al lungo serpentone che comincia ad allungarsi tra gli sterrati sentieri. Se non la trovo? Non posso neppure avvisare al lavoro, perché i numeri sono memorizzati sul mio cellulare, scarico e dentro l'auto.
E' lei quella? No, troppo alta.
Comunque corro, e risalgo qualche posizione.
Chissà se si può allertare la protezione civile.
Così com’è gradevole correre nella penombra del sottobosco, appena il sentiero ci porta fuori, all'aria aperta, il caldo si fa sentire.
Magari faccio gridare il suo nome dagli altoparlanti, tipo  "la mamma del podista fathersnake è desiderata alla cassa due”.
Senza GPS, la mia corsa è più naturale, ma stento, forse colpa del  terreno muscolare, a ritrovare quella fluidità,  che nelle migliori occasioni mi aveva fatto veleggiare senza quasi sforzo.
I battiti sono un po’ alti, lo sento, ma è sopratutto il respiro, l’indice più attendibile che sono un po’ sopra i ritmi giusti.
Nel frattempo continuo a scrutare tra la gente che incrocio ai crocicchi erbosi.
Poco prima della fine del primo giro, giusto ai piedi di uno strappetto, tra altri eccola. Si era persa, ovviamente. Le mollo il cellulare che avevo tenuto in mano fino a quel momento. Non dico nulla, poiché non avevo fiato per le imprecazioni, ed affronto la seconda parte della gara un po’ più rilassato.
Faccio qualche esperimento con le falcate.
Accorcio il passo, e mi pare di guadagnare più terreno spendendo meno. Interessante, Da rifare la prossima gara.
Qualche altro sorpasso, l'ultima ai danni di una ragazza poco prima dell'arrivo  (di questo mi vergogno un po’) ed ecco la fine delle sofferenze.
174esimo su 450. ZERO punti
C'è tempo solo per un veloce the; stiamo già trottando verso l'auto, e lo faccio tenendo mia madre bene a vista d'occhio.
Non si sa mai.

AIUTO, HO PERSO LA MAMMA! (Memorial Fulvio Zecchini)

Non avendo foto de La Mandria, ho messo la foto di una mandria.

 


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