Gente bbbbbona.
Hai da poco pubblicato un ebook, che sto già pensando di mettere sul mio fidato iphone anche senza cuscino sotto le chiappe, quindi narrami(ci) come è nata questa idea, di cosa si tratta e soprattutto … come si fa, sostanzialmente, a pubblicare un ebook.
In realtà l’e-book è la versione digitare di LIBRO, quell’affare di carta che ora sembra un banale sottobicchiere ma che per me rappresenta il sogno di una vita. Il mio desiderio più grande è essere pubblicato in cartaceo, così tenendo come filo conduttore le mie sventure e i miei logorroici pensieri mi sono raccontato mese dopo mese, durante una precisa fase della mia vita in cui sentivo l’esigenza di scrivere come se da lì a poco finissi le parole per sempre. A libro “finito” (è difficile dire fine quando il tuo libro è quasi un’autobiografia e hai 25 anni, non 140) ho contattato qualche casa editrice che per il momento non sono sembrate interessate. Così è nata l’idea di un e-book, comodo, à la mode e facile da comprare. Nel giro di un pomeriggio era tutto pronto per la lettura, se ce l’ho fatta io allora nessuno può scoraggiarsi.
Hai scritto di essere stato in Spagna per l’Erasmus e anche io vorrei un giorno fare questo percorso. Come è stato l’impatto con una nuova cultura ? Lo consiglieresti o meno ?È stata l’esperienza più elettrizzante della mia vita, seconda solo a quella volta in cui a Milano in discoteca c’era Paris Hilton. A parte gli scherzi, l’Erasmus è stato come vivere una seconda vita, un’esistenza parallela in cui sei cittadino del mondo, una sera parli inglese, quell’altra mangi a casa di francesi e l’altra ancora balli musica rumena, si crea un legame più che familiare e si condividono talmente tanti momenti di profonda serenità che ti rimarranno indelebili nella mente. Nel libro ho dedicato tutta una parte all’Erasmus e sono felice di aver raccontato a modo mio questa esperienza, mi ha fatto crescere molto e con esso si è conclusa quella mia giovinezza spensierata. Era la mia ultima occasione di fare il cazzaro per sei mesi, insomma. Quindi se avete la possibilità, compilate quelle decine di moduli senza farvi spaventare dalla burocrazia e partite, non ci sarà mai un momento in cui ve ne pentirete.
Hai da poco scritto un piccolo manuale su come evitare figure discutibili al primo appuntamento e hai concluso il post con un “godetevelo”. Mi piacerebbe che tu condividessi il tuo primo primissimissimo appuntamento e se hai qualche consiglio extra da dare a chi, tipo me ma shhh, un primo appuntamento non l’ha ancora avuto.PASSAPAROLA, si può usare in un’intervista? Se avessi un assistente farei interrompere la domanda e me ne andrei stizzito lasciando tutti in lacrime. In realtà il primo appuntamento non me lo ricordo ma c’è stata una volta in cui io sono stato in silenzio per due ore (capita raramente) mentre l’altra persona fagocitava parole senza nessuna connessione logica passando dalla musica lirica ai cappelli di Borsalino, riuscendo addirittura a inserire nel mezzo anche qualche episodio della vita di Britney Spears. Indimenticabile. Il mio consiglio rimane quello, “godetevelo” perché sono momenti piacevoli , i primi sguardi, il corteggiamento, il “scegli tu dove andare” ,“no scegli tu che fare” sono attimi deliziosi. Una cosa posso suggerirla, uscite e conoscetevi perché un appuntamento non è un contratto notarile o un patto di sangue, al contrario necessita di una giusta dose di leggerezza.
Ormai si ci mette e si ci lascia via social network e sono pochi ad avere mai scritto una lettera, parlato con una persona sentendo i nodi allo stomaco e fatto tutte quelle cose che si facevano per avvicinare qualcuno prima ancora che nascessi. Certo, adesso è tutto più immediato, ma secondo me si è perso molto. Cosa ne pensi ?Qui sfondi una porta aperta, io su questo sono ancora molto retrò, mi piacciono i social, mi piace comunicare utilizzando i vari sistemi ma tento di non perdere l’autenticità dei rapporti vis a vis e la capacità di scrivere a mano. La calligrafia è importantissima secondo il mio punto di vista e chi, come me, soffre di grafomania non può escludere un foglio e una penna dalla sua vita. Nessuna e-mail d’amore potrà anche solo essere paragonata a un biglietto d’amore scritto di proprio pugno cercando di non macchiare ovunque con l’inchiostro, così come su un libro non può mancare la data e la dedica. È una mia regola ferrea. La carta ha ancora quel valore aggiunto che è la sua conservazione e l’unicità, difficile fare copia e incolla con una lettera d’amore scritta a mano e quella siamo sicuri rimarrà dentro a un affettuoso cassetto per molto e molto tempo. L’E-mail invece, cancellata al primo virus o al primo raptus di tecno-pulizia del desktop.
Molto spesso dai la tua sulle mise delle varie attrici o sui vari stilisti, dunque ti chiedo cosa dovrebbe indossare una donna per essere veramente di classe ed elegante e da cosa invece fuggire a gambe levate.Domanda difficile, le donne prima di tutto devono cercare di non raggiungere sempre la perfezione e tentare di promuovere la propria originalità. Quindi niente foto di Nicole Kidman dal chirurgo e niente foto di Natalie Portman dal parrucchiere. Una donna di classe non deve, a mio avviso, esagerare con il trucco, con i gioielli e con la moda della griffe, ma la cosa più importante è il portamento, se si ha portamento si può indossare anche un pezzo di carta riciclata e sembrerà un Valentino couture. Così come la buona educazione e la personalità. Io sono un grande amante delle over 65 perché a quell’età la donna capisce i suoi limiti estetici ed esalta l’eleganza, la cura di sé, la signorilità. E finalmente la smette di curarsi dell’effetto gravitazionale delle sue tette negli anni.
Hai fatto dell’ironia la tua firma e non hai paura di dire quello che pensi, ma spesso questa caratteristica fa storcere il naso a chi magari piace vivere nei bei finti sorrisi. Sei mai stato giudicato per battute che magari ritenevi divertenti e si sono rivelate inopportune ?L’ironia con cui scrivo è un po’ la firma del mio stile ma è anche un modo frivolo di raccontare le cose, con l’ironia si riescono, senza esagerare ovviamente, a mettere nero su bianco dettagli che nascondono una grande malinconia. Molte volte mi trattengo dal dire davvero quello che penso, sembro schietto e diretto ma spesso sono silenzioso e codardo. Ci sto lavorando, piano piano quelli che prima erano sassolini nella scarpa e ora sono massi megalitici stanno per essere lanciati uno a uno, ci vuole tempo. Ho fatto delle battute inopportune una volta e quando mi sono reso conto di aver esagerato ho chiesto scusa, sbagliare è umano e il sottoscritto sbaglia di continuo.
Manda infine un saluto e mandami un papillon a tua scelta, che li adoVo !Posso salutare la mia mamma che mi sta guardando da casa? E un saluto a tutti quelli che mi conoscono, vanche Pinuccia l’edicolaia e Gigi il pescivendolo! Ah, e la zia Betta! CIAOOOOOOUn saluto a voi di Verissimo. Grazie Aleja per questa divertente intervista, a te un papillon rosa cipria con fiorellini bianchi.