Il pomeriggio alle 16:30 lasciamo Palazzina Grassi ed il taxi ci porta al Canale San Mosè davanti ad uno degli hotel storici di Venezia: il Bauer.
E’ proprio in questo straordinario e nostalgico luogo che la Antonia Sautter ha trasferito, solo per il carnevale, la sua sartoria.
Un imponente e maestoso abito rinascimentale segnala l’ingresso per questo posto che si preannuncia magico.
Saliamo una rampa di scale e la prima cosa che mi colpisce è la quantità di persone presenti: staff e clienti. Colori, voci, piume e il giallo di Veuve Clicquot immancabile.
Nell’attesa del nostro turno, perchè vi assicuro ci sono tantissime persone, mi aggiro tra le maschere esposte e mi diverto con Francesca ad indossarne qualcuna.
Il mio abito l’ho noleggiato a Firenze ma sono venuto ugualmente solo per vedere quello di Francesca e Fernanda e le loro faccine nel momento prova.
L’attività all’interno e frenetica, lo staff dell’Atelier è in gran numero ma sembra non bastare davanti alle richieste. Tanti stand carichi di abiti di tutte le epoche: dal 500’ all’800’, anche se abbondano quelli settecenteschi.
Nell’attesa ci viene offerto dello champagne, naturalmente Veuve Clicquot.
Le aspettative non sono deluse e le risate immancabili quando i miei amici escono fuori dai camerini con gli abiti scelti. Ho promesso di non pubblicarle, questa però è venuta bene!
L’organizzazione è perfetta. Ci consegnano una mascherina, logata VCP con nastrino arancio, e l’invito per il ballo di domani sera. Strepitoso! A forma di cuore rivestito in velluto, anche perchè per questa edizione il tema è appunto l’amore.
Sono le 18:30, abbandono tutti per andare a cambiarmi per la festa di questa sera.
Ho scattato un po di foto, che ve ne pare?
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