Le donne salveranno il mondo...sembra dirci nei suoi film Nadine Labaki, particolarmente in questo; torna lo sguardo carezzevole e dolcemente solidale verso le donne della regista-attrice libanese (qui tra le protagoniste del film) già apprezzata in Caramel.
Parlando di nuovo di argomenti importanti: rapporti tra uomini e donne, guerra, religione, tolleranza.
Analizza ed approfondisce la difficile convivenza tra persone di religioni diverse, ma smorza la drammaticità degli eventi con un mix di generi, spazia infatti dal dramma alla commedia, persino al musical in quest'ultimo film in cui si ride, si piange, si litiga, si ama, si odia.
"La risata e l'umorismo servono per affrontare una realtà come la nostra, questi conflitti sono così assurdi che non puoi fare a meno di prenderli in questo modo: ridere serve anche ad avviare un processo di guarigione, ad imparare dai nostri errori. Conosco tante donne che hanno perso i loro cari, che sono a lutto eppure continuano a mantenere il senso dell'umorismo, ad andare avanti col sorriso: dobbiamo imparare da loro"- Nadine Labaki in un'intervista.In un paese mediorientale non precisato una piccola comunità è divisa tra musulmani e cattolici, dove gli uomini sono sempre pronti allo scontro per ogni minima differenza di vedute, mentre le donne tentano continuamente di distrarli dai propositi bellici. Talvolta con astuzia, infatti arrivano anche ad ingaggiare delle ballerine dell'est europeo spostando così la loro attenzione su argomenti più leggeri e che uniscono...
Nadine Labaki, protagonista del film
Le donne non vengono rappresentate come migliori, hanno i loro momenti difficili, sono spesso in competizione, si fanno prendere dall'invidia e dall'emotività, però alla fine riescono sempre ad alleggerire la pesantezza di molte situazioni e a ritrovare la saggezza utile ad evitare spargimenti di sangue. Al contrario degli uomini, che si perdono in provocazioni futili. Potrebbe sembrare poco originale parlare del solito pacifismo femminile in opposizione alla bellicosità maschile, ma la regista davvero sa il fatto suo ... e riesce a togliersi dall'inghippo alternando e mescolando improvvisamente i generi con sapiente ironia, smorzando i toni.Allo stesso modo, senza banalizzazioni, il film lancia un messaggio di integrazione tra religioni diverse e incoraggia a trasformare i pregiudizi in occasioni di dialogo e confronto.
L'attrice e regista Nadine Labaki
E ora dove andiamo? ha ottenuto un grande successo al Toronto Film Festival aggiudicandosi il Premio del pubblico.Inutile dire forse che ho grande stima per Nadine Labaki che si conferma, al suo secondo film, un'ottima regista (sono poche le donne a fare questo mestiere, e brave così poi...), originale e impegnata, solida.E con i suoi messaggi fa almeno ciò che le è possibile per dire la sua: si sente in questo bel film tutta la sua partecipazione, il suo tentativo per cercare di salvare il mondo dall'incomprensione rendendolo partecipe della sua visione a tutto tondo di una realtà composta di tante piccole, delicatissime parti.