Le sette opere di misericordia corporale - Caravaggio
Ben vengano film così, con intenti tanto ambiziosi ed elevati!
Le opere di misericordia sono quelle richieste da Gesù nel Vangelo per trovare perdono per i peccati ed entrare nel suo Regno:
- Dar da mangiare agli affamati
- Dar da bere agli assetati
- Vestire gli ignudi
- Alloggiare i pellegrini
- Visitare gli infermi
- Visitare i carcerati
- Seppellire i morti.
Il film, con una rilettura davvero inconsueta e personale, riprende le sette opere di misericordia corporale, che diventano sette capitoli per raccontare la storia di Luminita (Olimpia Melinte), immigrata moldava senza speranze che vive di furti negli ospedali e di altri piccoli reati. Fino all'incontro con un anziano malato, Antonio (Roberto Herlitzka), che rappresenterà anche il recupero della parte dimenticata e migliore di entrambi attraverso un reciproco e spontaneo scambio di cure.
E' la prima opera narrativa dei torinesi De Serio, conosciuti documentaristi, che ambientano la vicenda nella periferia torinese in luoghi di degrado urbano e morale utilizzando un taglio documentaristico che rende la narrazione asciutta e priva di qualsiasi forma di pietismo o buonismo. Diventa pertanto la cronaca di un percorso di vita fisico e spirituale.
E' un film duro e non facile, austero ed essenziale, con pochissimi dialoghi, tanti silenzi, tante immagini che trasmettono adeguatamente la desolazione esistenziale in cui sono immersi i personaggi, la difficoltà di vivere con la certezza di un futuro incerto. Da accaparrasi con ogni mezzo.
La fotografia, fredda e senza fronzoli, riesce a rendere alla perfezione la nuda realtà e il deterioramento in cui si muovono i protagonisti.
Il film ha vinto vari premi in giro per il mondo, tra cui il Premio della Giuria al Festival di Marrakech, il Premio della Giuria dei Giovani e quello della Federazione Internazionale dei Cineclub al Festival di Locarno.