Da qualche giorno al cinema si è fatta largo una nuova animazione: “Asterix e il Regno degli Dei”. Basata sui personaggi creati da Renè Goscinny e Albert Uderzo, e diretta da Alexandre Astier e Louis Clichy, quest’opera in Francia è stata campionessa di incassi, riuscendo a battere concorrenti del calibro di “The Hunger Games – Il canto della Rivolta parte 1”. La curiosità era quindi molta, anche perché da piccina avevo i fumetti di Asterix e Obelix sempre sul comodino. Un salto nella nuova Gallia, in Armonica per la precisione, era quindi una priorità.
Torniamo indietro al 50 a.C. e seguiamo gli stratagemmi di Cesare e dei suoi fidati consiglieri nell’escogitare un piano per sottomettere l’unico baluardo della Gallia che non ha alcuna intenzione di riconoscere il suo potere, i suoi usi e i suoi costumi. Ovviamente stiamo parlando del villaggio di Asterix e Obelix, la cui quiete sarà turbata una mattina dalla costruzione del primo di una serie di enormi palazzi. A Roma sono, infatti, convinti che l’unico modo per battere il manipolo d’irriducibili sia accerchiarli non con un esercito agguerrito bensì con la romanità, ossia costruendo una sontuosa area residenziale, un luogo di buen ritiro per facoltosi romani che mostri l’enorme differenza tra i due stili di vita e provochi invidia nel vicinato.
A contrastare un vanitosissimo e stolto architetto e il malleabile capo dell’esercito ci sarà un mosaicista e la sua famiglia arrivati in Provincia dalla Capitale. Il giorno in cui la famiglia si vedrà rifiutare l’alloggio assegnatole direttamente da Cesare, saranno i vicini Galli ad offrire ospitalità, amicizia e il supporto necessario per venire a capo della faccenda, mentre il piccolo di casa stringerà una incrollabile amicizia niente meno che con Obelix.
Photo: courtesy of Koch Media Italia
Ammetto che quest’adattamento, dell’omonimo albo degli anni ’70 (!), presenti una trama attuale e attenta che scorre veloce. I personaggi in 3D sono buffi e plastici, con battute graffianti quanto basta e, nell’insieme, la non celata voglia di ridere delle nostre debolezze ci ricorda in ogni momento l’importanza degli amici, della lealtà e della difesa dei propri diritti (le rivendicazioni sindacali sono esilaranti!). E, per la vostra gioia, nella versione italiana subentrano pure sottigliezze linguistiche legate alla scelta di dare l’inflessione da borgata romana ai poveri centurioni in missione.
Insomma, si scherza delle umane imperfezioni senza mai superare il limite del film per famiglie. Nessuna volgarità è disegnata o esce dalle labbra dei personaggi e tutto rimane in linea con le Avventure di Asterix che dal lontano 1959 ci tengono compagnia. Una di quelle pellicole adatte a un pomeriggio in compagnia del vostro clan che vi farà fare scorta di buon umore
Vissia Menza