Al cinema, Yssa il buono, dal libro di John Le Carrè, con Philip Seymour Hoffman, Rachel McAdams, Robin Wright, Willem Dafoe, con la regia di Anton Corbijn
Mai e poi mai Melik, figlio devoto, alacre lavoratore e giovane promessa della boxe nella sua nativa Amburgo, avrebbe pensato di potersi impietosire per il gracile immigrato clandestino che un giorno incrocia il suo cammino. Anzi, nell’istante in cui si accorge che, forse per caso, continua a imbattersi nello straniero male in arnese, cerca accuratamente di evitarne lo sguardo. Per lui, immigrato turco di seconda generazione, la vita dopo l’11 settembre è diventata una sequela di precauzioni. Non sembra però pensarla così Khaira, sua madre, che considera invece un dovere prestare aiuto al clandestino, offrendogli un letto e del cibo. Dopo qualche tempo l’enigmatico Issa rivela di essere di nazionalità cecena e che il suo drammatico viaggio fino ad Amburgo segue un piano preciso: è venuto in Germania per studiare ed emanciparsi e c’è un uomo che gli darà una mano a realizzare i suoi sogni. Il suo nome è Tommy Bruer. Peccato che Bruer, facoltoso banchiere di origini scozzesi, non abbia idea di chi Issa sia. Ma il fragile ceceno è in possesso di una misteriosa parola d’ordine, capace di ridestare improvvisamente il passato: Lipizzaner. Quando Bruer sente questa parola per bocca di un avvocato specializzato in diritti civili degli immigrati, che al telefono gli chiede un appuntamento per conto di un suo cliente, Tommy sa che non si tratta della nobile razza di cavalli sloveni che nascono neri e diventano bianchi in età adulta. Quella era la parola in codice con cui suo padre indicava ingenti quantità di capitali travasati dall¿Unione Sovietica nelle casse della sua banca. Soldi pronti a cambiare colore in suolo europeo. Issa ha un messaggio, dunque. E Bruer sa di non poterlo ignorare.