- BiBì, vieni qui!, che fa pure rima e fa perdere quindi ogni autorevolezza al comando.
- No!, naturalmente la risposta pronta, decisa, inappellabile, sfrontata.
Ogni giorno metto in discussione la mia capacità di essere autorevole, a volte autoritario, comunque punto centrale nell'educazione dei miei figli.
Loro, devo dirlo, aldilà dei singoli caratteri, sono educati, gentili e spesso dolci e amorevoli.
Ma ci sono momenti in cui non è possibile convincere, magari con una dialettica adatta ed efficace.
Non è possibile spiegare, con dovizia di particolari e con un approccio filosofico antico, che BiBì non deve stare in piedi sulla sedia oppure che deve fare molta attenzione a saltare sul letto.
Entrambe le pratiche, recentemente, hanno portato a:
1- Primo premio al nido per essersi tagliata il mento. Il premio consiste in una cicatrice che sicuramente porterà con sé tutta la vita.
2- Secondo Premio per il migliore volo pindarico carpiato con avvitamento dal letto e tuffo diretto sulle mattonelle azzurre (come l'acqua!, terribili...) della camera da letto dei cosiddetti genitori. Il premio consiste in una botta tremenda sia al braccio sia al fianco.
Ecco di fronte a questi risultati dolorosi, credete forse che lei si sia acquietata? Credete che si sia fatta qualche domanda in merito alla gravità, alla caduta dei solidi e al loro impatto?
No. Mai sia...
Quindi io mi incavolo come una bestia quando la vedo gongolare, magari nuda!, sulla sedia della cucina, in attesa di testare la resistenza anche di quel pavimento.
E non risco a 'ordinare' nulla.
Mi guarda con fare di sfida, quasi quasi mi sorride irriverente, e quando va bene mi dice - No!!, ma il più delle volte mi gira le spalle fottendosene abilmente di me, di suo padre e del faro della sua vita (certo, come no?).
E Pilù, con stile diverso e sensibilità più acute, non è da meno.
Sono in crisi di autorevolezza.
I miei figli si svincolano dai miei perentori ordini con una facilità disarmante.
Non sarei un buon domatore...