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Al Circo Massimo il “Family Day”: si attende un milione di persone contro unioni civili e stepchild adoption

Creato il 30 gennaio 2016 da Stivalepensante @StivalePensante

Tutto pronto al Circo Massimo dove oggi scatta il giorno del Family day, con il presidente del comitato organizzatore Massimo Gandolfini che scommette sul “milione di presenze in piazza”, sottolineando con la stampa che “non è vero che la Cei si tiene fuori dal Family day, anzi i vescovi lo condividono”. La politica intanto si conta, con le adesioni dell’ultima ora, come quella del governatore leghista della Lombardia, Roberto Maroni e del presidente del Gruppo Area popolare alla Camera, Maurizio Lupi che su Twitter scrive che sarà al Circo Massimo per dire “sì alla famiglia no al similmatrimonio e alle adozioni per le coppie dello stesso sesso”.

La manifestazionea piazza San Giovanni, Roma, 20 giugno 2015. ANSA/ETTORE FERRARI

La manifestazionea piazza San Giovanni, Roma, 20 giugno 2015. ANSA/ETTORE FERRARI

E’ il giorno del Family Day: la manifestazione si svolgerà al Circo Massimo a Roma. Avvenire: no società a simil-nozze, palazzo ascolti. ”Oggi tantissimi italiani si ritroveranno a Roma, al Circo Massimo, per ricordare a chi ci governa e ci rappresenta (ma anche a chi condiziona l’informazione nazionale) che la Costituzione attende ancora di essere attuata nella parte in cui indica il dovere di agevolare la famiglia fondata sul matrimonio, ‘società naturale’ tra una donna-madre è un uomo-padre, aperta alla vita e, dunque, premessa essenziale e promessa di futuro per ogni più ampia comunità civile”. E’ quanto scrive oggi sul Family Day il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio, nella rubrica di risposte ai lettori. “Saranno tantissimi – prosegue -, come sono già stati in occasioni simili, ma le famiglie mobilitate e riunite dal Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ saranno comunque solo una parte del grande popolo – la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, secondo i sondaggi di questi mesi – che davanti alla dichiarata intenzione di far crescere anche su strade nuove e con istituti nuovi la solidarietà nel nostro Paese, chiede alla politica di non confondere l’inconfondibile, cioè di non regolare ‘unioni civili’ che siano dei simil-matrimoni e di non trasformare i bambini in ‘oggetti’ da rivendicare, anche a costo di farli nascere attraverso pratiche che umiliano e mercificano le persone coinvolte (a cominciare da madri surrogate e padri ridotti a fornitori di ‘materiale biologico’) e che cancellano la stessa origine del figlio”. Il direttore del giornale dei vescovi parla di “una ‘piazza’ sicuramente democratica, fatta di cattolici e di altri concittadini, credenti e no”. “Siamo certi – aggiunge – che i manifestanti di ‘Difendiamo i nostri figli’ sapranno dire parole chiare come sempre eppure offerte persino meglio di altre volte al pubblico dibattito. E contiamo di ritrovare una confortante e libera assonanza anche con molte campagne informative (da quella per il divieto internazionale della pratica dell”utero in affitto’ all’impegno per un fisco a misura di famiglia) che Avvenire ha condotto a lungo in solitudine e tra ondate polemiche simili e contrapposte scatenate dai partigiani dello scontro, del disprezzo, della discriminazione e del bavaglio”. “Sarà bene che anche nei palazzi della politica si presti saggio e responsabile ascolto – conclude Tarquinio -. In tempi di crescente e anche aspro distacco tra cittadini e legislatori-governanti è necessario riaprire i canali di comunicazione e ricominciare a capire le giuste attese, le preoccupazioni e le motivate priorità del Paese reale”.

“È fondamentale che siamo in tantissimi ad incontrarci al Circo Massimo. Ricordate che questa è l’unica ‘arma’ di cui disponiamo”. L’appello di Massimo Gandolfini, presidente del comitato promotore del Family Day, è forse troppo ottimista sul peso che avrà la manifestazione di oggi sull’iter parlamentare del ddl Cirinnà, che a suo giudizio “è inemendabile e va ritirato”. Le parole sempre nette, ma meno stentoree, della Cei che, al termine del Consiglio permanente, parla solo di “preoccupazione” per l’equiparazione tra unioni civili e matrimonio, senza altri affondi, lasciano comunque intuire che su altri tavoli si stia trattando per raggiungere un altro risultato: l’eliminazione della stepchild adoption dal ddl Cirinnà e una riscrittura dell’articolo 3. La manifestazione avrà una forte valenza interna al mondo cattolico, e sarà utilizzata da alcuni partiti (Ncd, Lega, Fdi e Fi) per accreditarsi con questa parte di mondo cattolico.

Tra gli organizzatori si respira ottimismo sulla riuscita dell’evento: in arrivo oltre mille bus, e il target è un milione di persone, con migliaia di famiglie al completo. Ma non tutto il mondo cattolico ci sarà: si ripresenterà la divisione che risale agli anni Ottanta, tra i Movimenti da una parte, e Azione cattolica e le altre associazioni riconosciute dalla Cei, dall’altra. I primi sfileranno al Circo Massimo e tra essi ci saranno Le sentinelle in piedi, Alleanza Cattolica, Cl, Scienza e Vita, Neocatecumenali, Rinnovamento per lo Spirito, Movimento per la Vita, il Forum delle Famiglie. Azione cattolica e altre associazioni sposano invece la linea del sì al riconoscimento dei diritti alle coppie gay, pur senza equiparazione col matrimonio e senza adozioni. Quanto chiesto lunedì scorso dal card. Angelo Bagnasco. 

L’assenza della benedizione ufficiale della Cei e la prudenza dei vescovi, suscita in ogni caso malumore tra i promotori del Family Day. I blog e i siti d’area attaccano soprattutto monsignor Galatino e il quotidiano Avvenire, a loro giudizio troppo tiepidi: “non si verrà a Roma per una scampagnata o per una veglia di preghiera a Piazza San Pietro, ma per concretizzare la Nuova Resistenza e gridare, senza se e senza ma, che la legge Cirinnà non passerà”, scrive Giuseppe Rusconi su “Rossoporpora”, che teme “il Grande Inciucio” tra Cei e politica. (ANSA)


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