Al Coccia lunghi applausi per la prima nazionale di "Farà giorno"
NOVARA - Farà giorno è uno spettacolo che apre la mente e il cuore, di quelli che, tra un sorriso e una lacrima, toccano l'anima e rimangono indelebili nella memoria di chi ha avuto il piacere di assistervi. Peccato vedere dei posti vuoti (troppi!) al Teatro Coccia la sera del debutto nazionale lo scorso 9 novembre, tanto più se si considera che protagonista dell'evento era niente meno che Gianrico Tedeschi (93 anni di cui più di 60 di carriera), ma per fortuna gli spettatori presenti si sono fatti sentire applaudendo lungamente gli attori al termine della serata con un affetto e un calore spesso rari per i novaresi, prova quindi della perfetta riuscita di questo allestimento diretto da Piero Maccarinelli.
Superfluo dire della bravura di Tedeschi, che ha recitato per più di due ore con un carisma e una vitalità a dir poco invidiabili. Non sono stati da meno i suoi due compagni d'avventura, la moglie Marianella Laszlo, in scena solo nel secondo atto, e il giovane Alberto Onofrietti, ottimo coprotagonista e sorprendente rivelazione. Graditissima sorpresa è stato anche il testo di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi, che ben mescola comicità e dramma affrontando tematiche tremendamente attuali ed urgenti, di fronte alle quali gli spettatori sono obbligati a riflettere ed interrogarsi. La vicenda, per la quale gli autori hanno tratto ispirazione da due episodi accaduti loro veramente (l'incontro fortuito con un gruppo di giovani fascisti e poi con un vecchio partigiano), racconta lo scontro/incontro fra l'anziano Renato, comunista ed ex partigiano, e Manuel, bullo "fascistello" e suo condomino. Il tutto prende le mosse dal momento in cui quest'ultimo investe involontariamente l'altro: per evitare la denuncia si offre di assisterlo gratuitamente in casa fino a quando non guarirà completamente. Il rapporto fra i due ovviamente all'inizio è pieno di contrasti, ma col passare del tempo si trasforma in un dialogo proficuo che costringe entrambi i personaggi ad ammettere debolezze e paure e a rimediare ad alcuni errori del passato. Renato e Manuel non sono simboli soltanto di due diverse ideologie bensì di modi antitetici di intendere la vita e di comportarsi nonché di nodi mai sciolti nella controversa storia del nostro Paese. A loro si aggiungerà, verso la fine, Aurora, la figlia cinquantenne di Renato con un passato da terrorista, che torna a casa inaspettatamente dopo trent'anni di assenza. E anche in questo caso lo scontro si trasformerà in confronto e riconciliazione.
Tanti i momenti in cui si sorride e si ride, altrettanti quelli in cui l'atmosfera diventa più malinconica e nostalgica facendo commuovere il pubblico, specialmente nel finale, illuminato dalla speranza. Lo spettatore comunque, nonostante la staticità della scena (tutto si svolge nella stanza di Renato) è costantemente coinvolto non solo col cuore ma anche con la mente grazie ai numerosi spunti di riflessione regalati da questo testo, che pur nella sua semplicità di linguaggio offre alcuni passaggi davvero degni di nota. Nella commedia non si parteggia per un personaggio o per un altro, viene data voce a tutti e tre, così come nella realtà si dovrebbe sempre fare per imparare a conoscere la Storia e a capire la contemporaneità. Cosa purtroppo ormai rara, soprattutto fra i giovanissimi, che crescono come se non avessero un passato. Proprio a loro forse sarebbe stato più che mai adatto questo spettacolo, efficace più di tante monotone ed impersonali lezioni di storia.
Dopo Novara, Farà giorno è già stato a Cormons (Gorizia) e Camaiore (Lucca); da martedì 19 novembre fino a domenica 1° dicembre è a Roma al Teatro Sala Umberto, mentre dal 3 al 22 dicembre sarà a Milano al Teatro Franco Parenti. Non lasciatevelo scappare!
9 e 10 novembre 2013, Teatro Coccia
FARÁ GIORNO
Commedia in due atti di Rosa A. Menduni e Roberto De Giorgi
Con Gianrico Tedeschi
e con Marianella Laszlo e Alberto Onofrietti
Regia Piero Maccarinelli
Assistente alla regia Alessandro Loi
Scene Paola Comencini
Produzione Artisti Riuniti
Spettacolo visto sabato, 9 novembre 2013
Clarissa Egle Mambrini