Al Convitto Cicognini, il 6 giugno 2013, gli scrittori Vieri Tommasi Candidi e Giovanni Agnoloni hanno incontrato gli studenti del liceo per parlare con loro di temi come il Profondo, le coincidenze significative, il destino e il “caso”, prendendo spunto dai loro lavori (multimediali e non) Chi è Jo Spatacchia? e Sentieri di notte.
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di Vieri Tommasi Candidi
Poco dopo l’alba. Giovanni sale in fretta sul “cinquino” giallo e via di corsa verso Prato. Siamo in ritardo. Come sempre.
Il sole si affila gli artigli su deboli nuvole bianche, ultime resistenze di queste interminabili piogge, mentre noi ci perdiamo tra mappe elettroniche, grovigli di vie e sensi unici imprevisti.
- Scusi, per il Convitto Cicognini? – il tipo robusto si avvicina amichevole, inizia a spiegare, ma uno dietro suona nervoso. Secondo lui ostacoliamo il traffico. Il tipo robusto si arrabbia, se la prende a cuore per noi. Minacce, insulti. Di tutto. Poi ognuno per la sua strada come niente fosse. Scene di ordinaria follia da un mondo che non regge più la propria allucinata nevrosi.
Proseguiamo perplessi. In qualche modo ci presentiamo al cospetto del mitico Cicognini. Quello dove ha studiato D’Annunzio. Anche se in tutt’altra epoca. Non c’era il connettivismo. Né le storie multimediali su Internet.

Un momento dell’incontro al Convitto “Cicognini”
Mezz’ora di ritardo. Luigi, lo studente che ha organizzato tutto (in odore di Maturità) ci guarda come due matti, e forse si domanda chi gliel’ha fatto fare. È molto gentile, in gamba; se questi sono i rampolli della nuova Italia, be’, c’è ancora speranza.
L’aula è grandissima, i ragazzi circa duecento. Volti giovani, freschi, rumorosamente simpatici. Ci piacciono. Ci troviamo a nostro agio. Parliamo, spieghiamo, i microfoni funzionano a tratti ma alla fine il problema ci spinge a ridurre le distanze, a entrare in mezzo a loro. Il ghiaccio si rompe.
Francesca alza la mano, mi chiede perché dovrebbe comprare un eBook quando ci sono milioni di libri di carta da leggere, col loro profumo, la loro bellezza, la loro meravigliosa fisicità. Non so se lo sa, ma Pasolini diceva la stessa cosa. Senza conoscere gli eBook. Le rispondo come posso, e nel mentre provo un’acuta nostalgia del cartaceo. Per fortuna non è morto né morirà mai. Guai. Distruggerei tutti gli eBook, prima.
Fluiscono parole insieme a spezzoni di film. A brusio di cuori imberbi, impetuosi. Sentieri di notte e Chi è Jo Spatacchia? sono l’occasione per addentrarci in territori tanto pericolosi quanto terribilmente affascinanti, così attraenti che neppure i ragazzi resistono. Il profondo dell’uomo. Il destino. Il caos. Il suo anagramma: caso.
Che ne sanno loro, con così pochi anni d’esperienza? E invece ne sanno. Ragionano. Sentono. Si esprimono. Hanno voglia di parlare. Come un richiamo atavico, ancestrale. Una vocazione. Sono stupefacenti. Sembrano programmi non ancora del tutto definiti che devono completare il download, ma già con una loro solida struttura di base. E potenzialità da software di nuova generazione. Se la vita ha un senso, questa ne è la dimostrazione pratica. Io e Giovanni ci gettiamo occhiate soddisfatte. O forse di più: felici. È bello stare in mezzo a esseri non ancora ammorbati d’esperienza né incrostati di quella asfittica realtà degli adulti che, invece di assennare, dissenna.
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