20 novembre 2013 Lascia un commento
A tutti noi capita di sbagliare sul lavoro ma per chi salva vite umane, sbagliare e’ uccidere e a volte saperlo non basta per sopportare il dolore e il senso di colpa. Ognuno di quegli uomini ci passa o c’e’ passato e ognuno di loro reagisce come puo’, chi sognando un futuro migliore, chi con Dio, altri col cinismo e la violenza, Cage col bere e l’ardente desiderio di salvare persone e tornare a sentirsi una divinita’ benevola che dona vita.
E’ uno Scorsese curioso che gia’ in passato ci ha abituato a strane digressioni, discorsi che sembrano fatti tra se’ e se’ piuttosto che col pubblico.
Film tecnicamente non impegnativo nel quale il regista sfoggia una solare anarchia che in parte, solo in parte, contrasta lo spirito del film che non vuole essere drammatico a tutti i costi.
In realta’ trovo che l’intento sia il vero punto oscuro dell’operazione. Certo che nel 1999, gli anni del piu’ fulgido E.R. e dei mille epigoni cha gia’ si stavano formando, non si sentiva certo bisogno di (para)medici in prima linea, quindi potrebbe trattarsi di un contro-inno alla sua New York tanto amata, persino nei momenti piu’ folli come in "Tutto in una notte" col quale condivide la tendenza alla metafisica. Forse e’ la storia di quel pezzo di umanita’ troppo lontana dai ristorantini e i locali alla moda, cosi’ lontana che tendiamo ad ignorarla e preferibilmente dimenticarla o chissa’, forse e’ la storia di uomo giunto ai bordi di se stesso. Oppure e’ una storia, punto e basta.
Colori saturi e montaggio mi hanno ricordato lo Stone di "U-turn" anch’esso di quegli anni nei quali c’era voglia di giocare e sperimentare alle soglie di un 2000 carico di chissa’ quali sorprese.
Bravo Cage, attore poco amato con troppe scelte sbagliate alle spalle e una certa dose di sfortuna con altri film ben piu’ meritevoli ma per quello che mi riguarda, con "Via da Las Vegas" si e’ guadagnato a vita un angolo di cuore e molto rispetto. Ottima prova per i comprimari e come non citare il sempre egregio Goodman e Tom Sizemore in un ruolo che esalta le sue notevoli doti attoriali.
Uno Scorsese un po’ diverso che ogni tanto fa bene a farsi vedere.