Il silenzio dell’anima,
fracassa e storpia un sottile grido lontano.
Il corpo si tende e ascolta irrequieto…
L’attesa è infinita.
Ogni livido, ogni rancore tagliano come lamine
le corde di tutti i ponti
progettati nell’inconscio,
al di là di questo presente.
Poi la remissione.
il suono più bello è la carezza di quel grido lontano
che ti scalda e rassicura.
Depongo le maschere e abbandono le armi.
Un solo passo avanti e mi ritrovo,
faccia a faccia
occhi negli occhi
respiro nel mio respiro.
Bastava farmi da parte
per ascoltare quello che di buono posso dare al mondo.
Riconoscere i propri errori può dare la vita a chi nell’anima
ha perduto la voglia di ascoltare le grida.