Matteo Fonzie
Matteo Renzi ha stravinto le primarie, un nuovo segretario si siede alla guida del PD: al di là delle querelle sulla qualità dell’uomo (oggi sinceramente abbastanza inutili) vorrei porre l’accento su come si è consumata questa elezione.
Nelle ultime giornate tutte i commenti erano per “il probabilissimo, anzi certo” nuovo segretario del PD, e (si badi bene) tutte queste espressioni erano incredibilmente non già da parte di chi faceva parte dell’apparatchik PD ma di chi non ne faceva assolutamente parte.
Ho sentito Quagliariello, la Santanchè e Brunetta (oltre a Berlusconi) discutere sulla nuova fase che si apre a seguito di questa elezione, Porro che definiva Renzi “una nuova possibilità” di dialogo fra centrodestra e centrosinistra ma soprattutto il nuovo segretario che definisce la sua elezione “la dimostrazione della vitalità del bipolarismo che” - sottolinea - «dopo il risultato di queste primarie è salvo».
Sapete, ho sempre diffidato di situazioni in cui il vincitore era annunciato: in particolare in una nazione dove la presenza televisiva è la base per il consenso ritengo che il presenzialismo di Matteo Renzi (che in termini di presenza TV ha come minimo il triplo del tempo rispetto agli altri due sfidanti messi insieme) dichiarato in automatico come vincitore della competizione, senza peraltro che gli altri contendenti fossero invitati alla trasmissioni generaliste, sia alquanto sospetto.
In particolare oggi, dove all’elezione del sindaco di Firenze fa eco immediata la frase di Brunetta “facciamo insieme la legge elettorale insieme a Renzi e a Grillo” (Fonte: Repubblica) chiunque dotato di un minimo di sale in zucca dovrebbe fare un minimo di analisi e cominciare a preoccuparsi: come mai, infatti, Brunetta sale adesso sul pulpito della legge elettorale ma soprattutto come mai adesso tutti parlano di bipolarismo, addirittura tirando in ballo Grillo ?
Delle due l’una: se si vuole il bipolarismo (e non si capisce perché lo si dovrebbe volere, attesi i disastri combinati in questo periodo) un terzo partito, che peraltro vale più del 20% dei voti, non ci sta, e qualcuno dovrebbe spiegarmi come possa venire in mente a una persona dotata di un minimo di cervello di chiedere ad un terzo di appoggiare una legge chiaramente a favore solo dei primi due.
Ora, sappiamo benissimo che questa melina ha come obiettivo quello di far nascere una legge che comunque sia sarà garantista nei confronti dei due partiti maggiori e probabilmente avrà una forte connotazione favorevole nei confronti di FI e PD: si vocifera di uno sbarramento forte al 5% (e qui facciamo già fuori Monti, Casini ed Alfano con alta probabilità che spariscano anche Lega e SEL) ma di fatto gestire un movimento 5 stelle (oggi proiettato al 24%) sarà un’altra storia.
E’ chiaro che una eventuale legge elettorale avrà la necessità di venire deliberata dal parlamento, e con una frammentazione come quella oggi presente sarà piuttosto difficile che si possa deliberare in tempi stretti: del resto ci dobbiamo aspettare che le esigenze dei due maggiori partiti siano sostanzialmente divergenti, per cui la probabilità di andare a votare con un calderolum con preferenze è più di una possibilità, che in ogni caso non conviene di sicuro al centrodestra.
Pensateci: le candidature sarebbero sostanzialmente legate più che alla scelta da parte del capo al serbatoio elettorale disponibile per ogni candidato, e a questo punto lascio a voi immaginare quanto potrebbe essere il peso di un capo non candidabile dopo le elezioni dove i rapporti di forza sarebbero ovviamente legati ai risultati.
Resta in ogni caso singolare come sia possibile gestire il consenso tramite la TV: permettere ai candidati accessi più o meno facili alla televisione rende le votazioni manipolabili senza grosse difficoltà.
Nulla di particolarmente originale nuovo, (Noam Chomsky lo aveva scritto in tempi non sospetti (Fonte: Wikipedia), ma questa singolare spinta univoca nei confronti di Renzi (“il nuovo che avanza” ?) insospettisce moltissimo: ritenete davvero che se il nuovo segretario dovesse mettere in atto tutte le sue idee di abbattimento dei costi della politica e di eliminazione dei privilegi della casta sarebbe stato così supportato da media asserviti alla stessa casta ? Ai posteri l’ardua sentenza.
In ogni caso abbiamo un nuovo segretario PD, che osserveremo lavorare con attenzione sospendendo come al solito il giudizio in attesa dei risultati del suo lavoro.
Ma, e lo dico adesso, quello che vedo all’orizzonte non è un diradarsi delle nubi: non foss’altro perché a Firenze dopo due fiocchi di neve la città gestita dal “nuovo che avanza” non aveva nessuna organizzazione degna di questo nome ed un sindaco in giro per l’italia a fare campagna elettorale.
E oggi, nel caso non ve ne foste accorti, servirebbe qualcuno che prenda decisioni anche impopolari, proprio quelle che il ggiovane Renzi temo non sarà mai in grado di prendere.
Ricordate: spero di sbagliarmi, ma di solito le previsioni fatte su queste pagine si sono puntualmente avverate.
Axel