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Al giardino ancora non l’ho detto di Pia Pera

Creato il 02 febbraio 2016 da Leggere A Colori @leggereacolori

Informazioni sul libro
Titolo:
Autore: Pia Pera
Pubblicato: Ponte alle Grazie
Formato: eBookPagine:

Dal 4 febbraio in tutti gli Ebook store

Sarà disponibile a partire dal 4 febbraio in tutti gli Ebook store Al giardino ancora non l’ho detto, il nuovo toccante libro di Pia Pera edito da Ponte alle Grazie. Attraverso le leggere pagine di questo libro si passa attraverso concetti profondi e piccole scoperte che ci dimostrano ancora una volta la forza della letteratura nella nostra avventura passeggera sulla Terra. Non è facile parlare del passaggio più drammatico dell’essere umano ma Pia Piera in Al giardino ancora non l’ho detto lo fa senza censure, senza mai trascurare i risvolti più dolorosi, ma mantenendo sempre una grazia ironica che conquista.

La leggerezza interiore nasce forse dal sentirmi libera dalla zavorra terribile del futuro, indifferente al cruccio del passato, immersa nell’attimo presente, come prima mai era accaduto, faccio finalmente parte del giardino, di quel mondo fluttuante di trasformazioni continue.

Un giardino da curare, amare, contemplare. Un luogo in cui vivere, separati dal mondo, ma al contempo il luogo migliore per viverlo, quello stesso mondo, dall’interno di ogni sua fibra. Poi, all’improvviso, una stonatura, una lieve zoppia, rompe l’equilibrio. Sono i primi segni di una malattia che lenta e inesorabile succhia l’energia vitale dell’autrice/protagonista di questo diario, sconvolgendo tutto: il rapporto con il giardino, il senso delle cose e del tempo, la vita stessa. Soprattutto, la vita, ora che la morte non è più un inevitabile accidente, ma una compagna tanto costante quanto ingombrante. Comincia così questo diario in cui l’autrice si trova a fare i conti con il passato e quel che resta del futuro, con le aspettative e l’egoismo che inevitabilmente arriva, quando si comincia a essere esclusi da tutto, anche dal proprio giardino. Chi scrive ha scelto una vita da eremita (e sui significati e le motivazioni dell’eremitaggio riflette molto) proprio per cercare di ritagliarsi la propria fetta di immortalità – non in un’ottica metafisica, ma in quanto ricerca di una connessione con l’eterno attraverso l’accettazione di essere creati e cancellati dalla natura. Eppure non è mai sola. Oltre a Macchia, una cagnolina fox terrier che la segue ovunque, c’è il valido aiutante cingalese, Giulio, a tenerle compagnia, e un gran numero di amici che vanno e vengono dalla sua casa. Ci sono poi la meditazione, i moltissimi libri, le letture che scandiscono il ritmo dell’intero diario, e soprattutto c’è lui, il giardino. È quest’ultimo il vero compagno dell’autrice. È il giardino che riflette, come in uno specchio, ogni suo stato d’animo, che somatizza ogni segno di malattia. Il titolo Al giardino ancora non l’ho detto è tratto da un verso di Emily Dickinson, un’altra giardiniera che aveva fatto della solitudine un’arte rara. In queste commoventi pagine Pia Pera racconta, con lucidità sorprendente, di come la malattia la stia allontanando un po’ alla volta dagli amati lavori con le piante e i fiori, ma colpisce soprattutto per le considerazioni serene e poetiche con cui affronta la vita.

«L’eleganza della scrittura e del mondo di Pia Pera mi hanno sempre affascinato, ma questo libro è unico e pieno di grazia. Un grande, coraggioso regalo». Daria Bignardi

«Pia Pera ritaglia dai bordi della malattia – sua, ma anche dell’essere umano in quanto tale – una terra di luce e di libertà». Chiara Gamberale

«Bellissimo e struggente». Serena Dandini

«Per molti versi, avrei preferito non dover pubblicare questo libro, che non esisterebbe se una delle mie scrittrici preferite – non posso nemmeno incominciare a spiegare l’importanza che ha avuto nella mia vita, professionale ma soprattutto personale, il suo Orto di un perdigiorno – non si trovasse in condizioni di salute che non lasciano campo alla speranza. Eppure. L’orto di un perdigiorno si chiudeva con una frase che mi è sempre sembrata un modello di vita, un obiettivo da raggiungere: «Ho la dispensa piena». Oggi questa dispensa, forse proprio grazie alla sua malattia, Pia ha trovato modo di aprircela, anzi di spalancarcela. E la scopriamo davvero piena di bellezza, di serenità, di quelle che James Herriot ha chiamato cose sagge e meravigliose, di un’altra speranza. È davvero un dono meraviglioso quello che in primo luogo Pia Pera ha fatto a se stessa e che poi, per nostra fortuna, dopo lunga riflessione ha deciso di condividere con i suoi lettori. Non posso aggiungere molto, se non raccomandare con tutto il mio cuore la lettura di un libro che, come pochi altri, ci aiuta a comprendere la straordinaria avventura di stare al mondo.» Luigi Spagnol

Pia Pera ha scritto di natura paesaggio e giardino in L’orto di un perdigiorno (Ponte alle Grazie), Contro il giardino (Ponte alle Grazie), Giardino & Ortoterapia (Salani), Le vie dell’orto (Terre di Mezzo). Ha pubblicato due libri di narrativa, La bellezza dell’asino e Diario di Lo; tra i classici russi da lei curati e tradotti, Tre racconti di Čechov (Voland), La vita dell’Arciprete Avvakum (Adelphi), Evgenij Onegin di Puškin (Marsilio). Per Salani ha tradotto Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett, di cui ha realizzato una trascrizione teatrale insieme a Lorenza Zambon. Ha ideato e gestisce www.ortidipace.org. Scrive sul Sole24 Ore e tiene una rubrica su Gardenia.




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