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Al marcà [del pesce]

Creato il 12 maggio 2010 da Angi
Mercoledì e domenica sono giorni di mercato, a Sori. In settimana i venditori non sono molti, ma la domenica lo spiazzo dietro la strada principale del paese si riempie di persone, colori, voci e odori. Chi se lo può permettere arriva in matatu [minibus] o con il boda boda [taxi, nella variante bici o moto], ma la maggior parte della gente semplicemente cammina, per chilometri. Come ogni giorno, del resto.
Andare al mercato la domenica pomeriggio è una sorta di abitudine, oltre che una necessità. La missione dista circa 3,5 km da Sori: all'andata è una piacevole passeggiata, al ritorno dipende da quanta frutta e verdura e varie ed eventuali hai comprato. Le donne di Karungu risolvono la questione portando tutto in testa. Le donne in Africa sono forti. Dentro e fuori.
Il mercato di Sori è diviso a settori: un'area è occupata da chi vende il pesce, dal minuscolo e fetido omena alla buonissima tilapia, al brutto ma sempre richiesto [in Europa] pesce persico. Si trova pesce fresco, pesce non proprio fresco, pesce affumicato, pesce fatto seccare al sole d'Africa. Le venditrici sono quasi tutte donne, spesso circondate dai figli più piccoli che non vanno ancora a scuola. Concorrenti e amiche, si aiutano a vicenda per portare a casa qualche soldo e mandare avanti la famiglia.
Al marcà [del pesce]
In this picha: el marcà del pesce
Some women sell their little omena
Di fianco al "reparto pesce", decine di venditrici espongono vestiti di ogni taglia, moda, forma, fantasia e tessuto. Si tratta quasi esclusivamente di abiti di seconda mano, che arrivano dall'America o dall'Europa. Talvolta si trova anche qualche vestito nuovo, 100% sintetico e dai colori pirotecnici, in arrivo dalla Cina. Sudare per credere. E poi intimo, scarpe, borse, berretti.. Non ci facciamo mancare niente, nel bush.
Il mercato dei vestiti usati è un business che affascina molti, ma personalmente preferisco frugare tra le stoffe in arrivo dalla Tanzania per dare sfogo alla creatività di Wilkista, la piccola grande sarta di Karungu.
Al marcà [del pesce]
In this picha: second hand clothes sellers
Il mercato chiude con l'angolo frutta e verdura, il mio preferito. Sedute per terra, su uno sgabellino di legno o su una sedia di plastica colorata, a seconda delle possibilità, le donne vendono i loro prodotti, a prezzi decisamente imbattibili, soprattutto se comparati ai costi dei supermercati italiani. Qualche esempio?
4 pomodori = 20 ksh
3 cipolle = 20 ksh
3 bananine = 10 ksh
3 pere = 20 ksh
1 avocado = 10 ksh
Tenendo conto che 1 € = 100 ksh, è facile capire la convenienza. E acquistare la frutta direttamente al mercato, scambiando quattro chiacchiere con le venditrici e contrattando quando tentano di farti pagare un "mzungu price" [il prezzo per i bianchi] è un'esperienza che da sola vale il mercato.
Al marcà [del pesce]
In this picha: the fruit corner
Tra le verdure, la gente di Karungu adora la sukuma wiki, letteralmente "spingi la settimana". Sukuma significa spingere, mentre wiki deriva dall'inglese week, settimana. Accompagnata dall'ugali, la polenta di farina bianca immancabile sulle tavole keniote, la sukuma wiki è così chiamata perchè talmente economica che chiunque può permettersi di acquistarla, anche i lavoratori occasionali che prendono la paga a fine settimana. Con 10 ksh si può comprare un sacchettino di 3 foglie di amara sukuma wiki tagliata fina fina.
Il mercato è circondato da una serie di negozietti in cui si può acquistare di tutto un pò: prodotti per la casa, carne, l'olio per cunicare venduto in bottigliette piccine, il burro tagliato in pezzi monouso, prodotti di bellezza, quaderni, penne e matite, collanine, carbone per il fornello, giocattolini, secchi per l'acqua e chi più ne ha più ne metta.
Uno dei venditori più carismatici propone rami, foglie, radici, sassolini e conchiglie per cure miracolose. Ma questa è un'altra storia.
Al marcà [del pesce]In this picha: a sukuma wiki seller
Special thanks for these picha: Renata & Giuliano

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