Ziva sta per andare a casa a preparare la sua famosa torta salata al formaggio.
Questa sera ci saranno tutti a casa: Yossi e Shiran con i tre gemelli Liam,Omer e Roy , Yaniv e due amici in licenza dall'esercito e Diklà la sorella più piccola.
Moshe ,suo marito, ha comprato sei bottiglie di vino rosso in offerta (chissà cosa ce ne faremo, in casa beviamo solo il vino dolce del kiddush) e 4 confezioni da mezzo chilo di formaggio cremoso, quello bianco (roba da imbarazzarsi lo stomaco per tre giorni, meglio non aggiungere al menù il tortino di zucchine che avevo in mente).
Ziva ha molto da fare questa sera ma ha già istruito Diklà che miracolosamente ha accettato di aiutarla a preparare le insalate senza fare storie.
Nonostante abbia già le chiavi in mano, decide di tornare indietro e rispondere al telefono, perchè oggi è proprio di buon umore, magari è una telefonata urgente.
-Si?
-Ziva, c'è una ragazza qui ai passaporti che dice di essere immigrata oggi, dal computer ti risulta qualche arrivo?
-No, per oggi no, chi è quel pazzo che manda un immigrante in un giorno di festa? Va bene mandamela su dai.
Me lo sentivo che era una telefonata importante, pensò Ziva. Ah, eccola qui ma da dove arriva?
-Lo sai che stavo per andare via? Si può sapere chi ti ha mandato qui proprio oggi che è festa?
-Veramente a Milano mi hanno detto che qualcuno mi avrebbe aspettato , che mi avrebbero assegnato un taxi per andare al mio kibbutz, che mi avrebbero dato un certificato , e un passaporto temporaneo e che...
-Che cosa, che certificato, se non risulti neanche sui computer! Si può sapere chi ha trattato la tua pratica? Che incompetenti.
-Mi scusi signora Ziva, allora io come ci arrivo in kibbutz? Il mio fidanzato mi sta aspettando e io non ho neanche un telefono per chiamarlo e...
-Va bene va bene, adesso vedo se riesco ad organizzarti il taxi ma dovrai tornare qui nei prossimi giorni per ritirare il tuo lasciapassare. Fammi vedere i documenti che hai.
-Grazie signora Ziva lei è molto, molto gentile.
Ziva mi accolse quel giorno e con la sua durezza mi fece entrare nel mondo israeliano, con le mani sulla tastiera e la testa a casa pensando ai suoi tre nipotini, al figlio nell'esercito , a Diklà che si prepara per la maturità e alla cheese cake, che anche quest'anno avrebbe dovuto comprare in pasticceria.
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