Magazine Diario personale

Al mio piccolo Flann, un mese dopo

Da Spaceoddity
Se vedete passeggiare più gatti del solito in questo blog, ultimamente, è perché uno in particolare scorazza per casa mia: oggi è ormai un mese e si chiama Flann, come lo scrittore irlandese Flann O'Brien, ma poiché nessuno sente la seconda n del nome, gioco sul dolce francese, data la mia passione per la cucina.
Al mio piccolo Flann, un mese dopoAl piccolo, dolcissimo Flann dedico questo piccolo post privato di un mese dopo. Al suo sguardo sgomento con gli occhioni sgranati quando faccio qualcosa di interessante, al suo tentativo... mordace di dimostrarmi il suo affetto, all'espressione stralunata quando lamenta di essere stato lasciato solo, al suo desiderio di essere coccolato in ogni ora del giorno e della notte, al suo miagolio insistente e modulatissimo quando ha fame: ormai va dritto verso la cucina e ci manca poco che se li versi da solo, i croccantini. (Ma la bilancia no, il mio piccolo bastardino mi sa che non imparerà mai a usarla.) Alla sua infantile, placida, confidente e solerte toletta. Alla sua aria un po' colpevole e comunque spaventata e ritrosa quando ha fatto cadere un oggetto facendo rumore (e danno, diciamolo!). Al suo desiderio di fare agguati, infilandosi di soppiatto e velocissimo sotto il piumone - sembra portare avanti un rigidissimo addestramento militare, il piccolo - e al suo sguardo curioso e all'attenzione meticolosa mentre gli pulisco la lettiera, al suo desiderio di seguirmi costi quel che costi, anche mentre sta letteralmente crollando di sonno, e al prolungato miagolio di protesta quando, nonostante tutto, io continuo ad alzarmi, come a dire: "Ehi, quando finisce questa storia? Non trovi pace... neanche un attimo?!"

Da Flann ho già imparato moltissimo, è per questo che mi fa piacere che circoli ancora molto a lungo tra queste pagine.

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