C’è stato il collegio docenti. Annunciato da una circolare con 9 punti all’ordine del giorno, prevedeva di dedicare allo scopo l’intero pomeriggio, per trattare argomenti scottanti come l’approvazione del nuovo progetto psicologico (dopo la morte del dottore precedente), il progetto Fattoria a scuola e la puntata #2 (per l’anno prossimo) di Comunità del libro. Questo (più qualche varia ed eventuale) sulla carta. Ma nei fatti tutti loro sapevano che il piatto forte della festa era la discussione sui tagli al fondo di istituto (quello che finanzia i progetti), e la conseguente, pesante, chiusura dei cordoni della borsa, anche rispetto ai già magri preventivi. Apparteneva alla questione di diritto (perché su quel fondo si paga pure quello) la questione del pagamento dei compensi ai collaboratori scolastici – ed era poi l’unico punto sul quale la ‘povna (che condivide in ciò la posizione di Mafalda e dell’Ingegnera Tosta: “a far progetti non ci si arricchisce”) vedeva la necessità di una discussione con votazione intelligente. Perché altra cosa sono i progetti in più, dei quali si può sempre fare a meno (praticamente tutti), altra dotare di adeguato pagamento coloro che, penalmente, vanno a metterci la faccia: vicepresidi e affini.
La loro posizione era però (e lo sapeva) minoritaria di partenza. Tanto è vero che sulla questione degli zecchini d’oro la ‘povna era arrivata già quasi alle parole forti (e tra loro è rarissimo) con Hal9000, il lunedì precedente. Parole ripetute con noia stanca, per tutta la settimana, un poco a tutti. Sia chiaro, non è che in linea teorica la ‘povna sia favorevole al volontariato lavorativo (tutt’altro), ritiene però che quando un collegio di settembre approva una serie di future ipotesi con la dizione: “da pagarsi, se non finanziati dall’esterno, sempre e solo se ci saranno soldi”, è inutile poi andare a piangere miseria o batter cassa. Se non volevi rischiare, bastava astenersi – una cosa del resto sulla quale la preside Barbie non manca di insistere in ogni occasione.
La questione dei vicepresidi, invece, era assai più spinosa e importante. E la ‘povna ha condiviso, proprio questa mattina, una arrabbiata riflessione in merito con Esagono e DaddyLongLengs – la quale verteva non tanto sulla (inevitabile) decurtazione al pagamento, ma sul fatto che Esagono (che nel loro plesso si fa un culo quadro, con una passione, un rigore, una correttezza che sarebbero da augurarsi in un qualunque concittadino, non solo collega e insegnante) si era visto offrire, a fronte di un mansionario identico, la metà del compenso riservato al collega (vicepreside al Professionale) Bel Tenebrosino.
“Se c’è da tagliare, a me va bene, è inevitabile” – le aveva spiegato con la voce ferma e la faccia di un bel verde (di ritorno da dieci giorni di influenza) – “è la metà dell’algoritmo che mi umilia, si capisce, e non lo trovo giusto”. E alla ‘povna (che ricordava anche l’impegno da lui profuso per il progetto Fattoria, fiore all’occhiello della preside) non era restato che annuire.
Si arriva così alle fatidiche tre e mezzo. “Ci saranno scintille” – preannuncia Esagono, la voce pacata è molto ferma.
“Tu comanda, noi ti sosteniamo subito” – ribattono la ‘povna, l’Ingegnera Tosta e tutto il gruppo di ascolto (costituito da Mafalda, Stordita, Patty Albione e Artemide). E poi, “signori, si comincia”.
Quello che va in scena, è uno dei collegi più comici. Si esibiscono davvero tutti i freaks, con bella presenza. Comincia Ossessivo, poi le Chimiche Coccodè (che non si vedevano da tempo), quindi la Nana, Sindacalista, BEStia: per la gioia del collega SignorePietà (che è nuovo, ironico, e alla ‘povna sta sempre più simpatico), che continua a mormorare: “Ma qui è meglio che al cinema” (“In prima fila fanno 50 Euro” – è la risposta a mano tesa della ‘povna), lo spettacolo è da applauso garantito.
In tutto il cabaret Esagono (cui è stato affibbiato anche il verbale – è il suo turno) è al tavolo della presidenza. Il colorito sempre più smorto, le mani che tormentano la penna.
“Adesso interviene” – chiosa il gruppo di ascolto. Invece lui si guarda intorno e tace.
Si arriva infine ai punti monetari e dolenti. Il gallinaio si fa grande.
“Si metta a verbale che io sono intervenuta solo a parlare di applicazioni informatiche, percorsi di circuiti e periferiche” – fa notare la ‘povna al collega Cardamomo (anche lui nuovo, e anche lui, neanche a dirlo, ingegneristico).
Il gruppo di ascolto, come da definizione, tende bene l’orecchio. Tra un insulto e l’altro, Esagono ha posato la penna. Adesso alza, placido, la mano.
“Professor Esagono” – gli dà la parola Barbie.
Loro, di fronte, sono pronte a tutto. Esagono prende il microfono, si schiarisce la voce, parla.
“Adesso dobbiamo sostenerlo” – dice la ‘povna all’Ingegnera Tosta.
“Certo che sì, ovvio” – le fa eco Patty Albione, di fianco.
Ma Esagono, superiore, è uomo di scuola fino in fondo. E spiega, con la sua voce pacata, un progetto didattico.
“Vorrei parlare di una idea cui ho pensato in questi mesi. Credo che per nostri ragazzi l’alternanza scuola/lavoro ridotta solo a tre settimane il quarto anno non sia, nel mondo di oggi, sufficiente. Sarebbe necessario integrare un paio almeno di altre settimane al terzo anno”.
Che la platea non si aspettasse, a quest’ora della sera, un intervento intelligente è da subito evidente. Anche il gruppo di ascolto è interdetto. Ma a quel punto il pollaio si è placato. Il collegio finisce, tutti guadagnano l’uscita, più o meno lentamente.
“Ma insomma” – la ‘povna intercetta Esagono appena fuori, sul crepuscolo – “eravamo lì pronti: Massimo Decimo Meridio, il Gladiatore, le truppe”.
“E invece” – aggiunge l’Ingegnera Tosta.
“E invece” – chiude la ‘povna – “ci hai fregati tutti. Altro che inferno. Al mio segnale, scatenate… lo stage“.
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