di Mariantonietta Sorrentino
Luccica per argomento e per materiale, l’evento voluto in concomitanza della Mostra Internazionale dell’Oreficeria ad Arezzo.
Apertasi il 12 di aprile, la mostra “Il Tesoro dei Longobardi” sarà in allestimento fino al 30 di giugno. Niente paura, perciò, per i ritardatari che non vogliono perdersi questo evento al Palazzo di Cortona.
Allestita nel salone mediceo di Palazzo Casali della cittadina toscana, la rassegna si genera dal dialogo tra la Consulta dei Produttori Orafi e Argentieri di Arezzo ed il Museo MAEC di Cortona. E non solo. Molti Enti han voluto l’evento che non è isolato, ma innestato in un programma completo di manifestazioni nate dal protocollo di intesa tra Comune di Cortona e Comune di Cividale del Friuli. Lo scopo è duplice: la valorizzazione della storia Longobarda in Toscana e della storia Etrusca in Friuli Venezia Giulia.
Per questa ragione saranno affiancati reperti di età longobarda provenienti dall’antico ducato Longobardo di Cividale a pregevoli testimonianze del Museo Archeologico Nazionale di Firenze, dell’Accademia Etrusca di Cortona e della Diocesi di Arezzo-Sansepolcro. Una sinergia di intenti che brilla di luce propria come gli ori dei longobardi.
Ma una sezione è stato curata dall’artigianato orafo contemporaneo. Nella mostra sono proposti lavori dei maestri orafi dell’Associazione Oreficeria Artistica di Confartigianato Imprese Arezzo; si tratta di creazioni personali con un plus valore: sono ispirate ai modelli dell’arte orafa longobarda. Contemporaneità ed antichità si passano il testimone in nome dell’oro.
E se la prima sezione della Mostra ha un taglio storico perché è sottesa a ricostruire le diverse fasi della discesa dei longobardi in Italia, essa non manca di un connotato filologico nel senso che ripresenta una domanda annosa per Cortona: la cittadina era un “corridoio” bizantino oppure un florido centro longobardo? Lo farebbero presumere alcuni reperti ritrovati nell’agro cortonese.
Altra sezione della Mostra è votata alla tecnica longobarda di lavorazione dei metalli dove i visitatori potranno apprezzare veri e propri piccoli masterpiece come pugnali e simili legati alla sfera militare, ma anche oggetti di ornamentazione personale quali anelli, bracciali. Ma la sezione non finisce qua: essa si completa con reperti riferiti alla simbologia cristologica, atti a testimoniare in modo pregevole la conversione del popolo longobardo al Cristianesimo.
Alla contaminazione delle tecniche e degli stilemi dell’arte longobarda con altri linguaggi artistici è dedicata l’ultima parte della mostra.
L’evento ha caratteristiche uniche perché vede esposti reperti provenienti dall’antico ducato di Cividale attraverso l’accordo tra il Museo Archeologico Nazionale di Cividale e la Soprintendenza ai Beni archeologici del Friuli.
Voluta in concomitanza della Mostra Internazionale dell’Oreficeria ad Arezzo, la mostra ha visto la realizzazione di un catalogo contenente le illustrazioni fotografiche dei gioielli antichi e contemporanei esposti nell’ambito della mostra. L’opera verrà curata da Paolo Bruschetti, Paolo Giulierini, Fabio Pagano e Paolo Frusone e sarà realizzato dalla casa editrice Tiphys.
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