Riceviamo e volentieri pubblichiamo.
Ho letto con interesse (qui) la proposta di Alpe per una rete wireless regionale, non senza però qualche perplessità. Niente da dire sul limite dei 300Mb giornalieri che per un uso normale sono più che sufficienti per chiunque. Mi lascia dubbioso invece il limite di tempo delle due ore al cospetto di quanto si sta realizzando in altre regioni (qui). Forse poteva andare bene cinque anni fa, nell’era “pre-smartphone” ma ora, con dispositivi always-on che “vivono” grazie alla rete, un collegamento così limitato è praticamente inutile. Se l’accesso alla rete deve essere considerato un bene comune nonché un diritto di cittadinanza (tra l’altro da anni uno dei cavalli di battaglia di Grillo) allora deve essere un accesso al passo con i tempi e con le tecnologie che di questo accesso fanno e faranno uso. Non credo che rincorrere sia sempre una buona cosa. A volte si dovrebbe cercare di precorrere i tempi pur con tutti i limiti e i problemi che una diffusione “pubblica” della rete potrebbe comportare. Basti pensare alle resistenze che sicuramente verrebbero dai gestori che di questo mercato fanno una delle loro maggiori fonti di entrata. La proposta, seppur valida nei suoi intenti, pare strizzare l’occhiolino a un certo tipo di elettorato, giovane, scolarizzato, attento alle tecnologie senza tenere conto però che questo genere di target è avanti anni luce rispetto a qualunque tipo di soggetto politico e ai suoi tentativi di “ringiovanimento” dei propri programmi. Probabilmente una maggiore apertura e un maggiore coinvolgimento di chi di queste proposte dovrebbe fruire, porterebbe senz’altro a soluzioni più utili e funzionali.