Mohamed al Anisi è il direttore del Sana’a institute for the arabic language , una scuola di lingue che si trova nella vecchia città di Sana’a , la capitale dello Yemen , ribattezzata perla dell’Arabia felix . Studenti di tutto il mondo, vengono qui per seguire i suoi corsi. Alcuni arrivano dall’Occidente , alcuni dalla Malesia o Indonesia. Per la maggior parte sono giovani musulmani di buona famiglia che vogliono imparare la parola di Dio nella lingua in cui è stata rivelata al profeta Maometto e trascritta nel Corano.
Faruk Abdulmutallab è stato un allievo di questa scuola . Nel 2005 , a diciotto anni, il ragazzo nigeriano ha frequentato la prima volta le lezioni della scuola. Poi si è laureato in ingegneria a Londra ed è tornato a Sana’a l’estate scorsa. A natale del 2009 Abdulmutallab , a bordo di un aereo Amsterdam – Detroit , ha cercato d’innescare un esplosivo cucito nelle sue mutande per far saltare in aria l’aereo.
“Non ce lo saremmo mai aspettati” riferisce al Anisi “Sono i criminali che fanno saltare in aria gli aerei , non le persone pacifiche come lui”. Al Anisi ha rilasciato le stesse dichiarazioni anche gli agenti della polizia yemenita che lo hanno interrogato due giorni di seguito.
Alla fine di settembre , dopo aver finito il suo corso di lingua a Sana’a , Abdulmutallab non è andato negli Emirati Arabi per studiare economia aziendale come aveva detto al direttore della scuola. In realtà si rintanava in un covo di Al Qaeda a est di Sana’a . Dopo il fallito tentativo Obama ha dichiarato che lo Yemen era diventato il nuovo fronte della guerra del terrore.
Al Anisi pensa che le colpe che dà l’Occidente al Paese sono ingiuste “Ci danno la colpa di un gesto compiuto da un giovane nigeriano. Ma che c’entra lo Yemen? A Londra gli hanno fatto il lavaggio del cervello e gli hanno inculcato idee sbagliate. A Lagos e ad Amsterdam ha superato senza problemi i controllo in aeroporto , anche se gli americani già sapevano chi era perché il padre li aveva messi in guardia . E nonostante tutto, alla fine , siamo noi a subirne le conseguenze”.
Per il paese più povero di tutta la penisola arabica essere etichettato come la terra di Al Qaeda è un duro colpo : gli investitori si sono ritirati e il turismo è entrato in crisi. Prima centinaia di migliaia di persone visitavano il paese per conoscere le sue città leggendarie.
“Al Qaeda non ci piace” dice Al Anisi “Ha danneggiato l’immagine dell’Islam e per colpa sua sono stati messi i body scanner negli aeroporti. La nostra religione proibisce cose del genere e per questo la comunità musulmana di tutto il mondo è infastidita”. Il motivo per cui ce l’ha con la rete terroristica è anche un’altra “I turisti non arrivano più , i prezzi sono aumentati , la gente non ha soldi per mandare i figli a scuola. Il futuro non sarà facile”.
Al Anisi spiega in cosa consiste la differenza tra un musulmano devoto e un fondamentalista “L’Islam permette di uccidere solo quando si viene attaccati. Ammazzare un innocente è proibito”. Al Anisi è un praticante musulmano come il 99% dei suoi connazionali , e come loro è un uomo pragmatico. Il suo rifiuto ad Al Qaeda è per la preoccupazione che possa danneggiare l’economia d
Gli yemenisti sono commercianti da millenni. Prima che i mercanti europei scoprissero l’esistenza della Cina , dell’India o Zanzibar , i velieri arabi già acquistavano porcellana, pietre preziose, oro e avorio da questi paesi per trasportarli sulle coste dello Yemen. Qui queste merci venivano caricate su cammelli per attraversare il deserto e raggiungere i palazzi egiziani , greci e romani.
Il paese è stato plasmato con regni leggendari. Regni attaccati da sovrani più potenti e alla fine si disgregarono . Di quel passato non è rimasto quasi niente , solo i resti di qualche colonna tra le sabbie del deserto. E le leggi della storia che si ripetono : tra tanti poteri divisi il più grande prevale sul più piccolo. Un’altra cosa che non è scomparsa è la tribù. La tribù è più importante del singolo ed è pronto a tutto per difenderne l’onore. Più la tribù è importante e più la reputazione di chi ne parte è solida.
Gli sceicchi a capo della tribù sono maestri di realismo politico. Quello che conta è se un’alleanza è vantaggiosa oppure no. Come tutti i suoi connazionali ,ad al Anisi non sono simpatici gli Americani , ma non ha niente da rimproverare al presidente yemenita Ali Abdallah Saleh che accetta di cooperare con gli Stati Uniti. Si può vendere un cammello ad un infedele se si ha un tornaconto personale.
Il presidente Saleh è al potere da 32 anni, e può vantare due conquiste : è in vita ed è riuscito a proteggere lo stato dalla disgregazione. Saleh è un ex militare golpista di 68 anni. Il paese è in crisi profonda. Nel nord, nella provincia montuosa di Saada , il clan sciita degli Al Houthi ha preso le armi ed è insorto contro il governo. Il sud , ricco di riserve petrolifere , comincia ad avere tendenze separatiste. Qui si trova il porto di Aden e la provincia dell’Hadramaut , una famosa destinazione turistica.
Questa regione è stata governata per 23 anni da un governo socialista. Nel 1990 lo Yemen del Sud si è unito con lo Yemen del Nord. Quattro anni dopo ha scatenato una guerra civile contro il governo di Sana’a , ma il conflitto è stato sedato. A tutto questo si aggiungono i problemi creati dai jihadisti di Al Qaeda. “Il governo è troppo debole e tutte le forze approfittano per accrescere il potere” spiega Al Anisi.
Mohamed al Assadi fino a tre anni era direttore dello Yemen Observer , un quotidiano in lingua inglese a Sana’a. Oggi lavora come consulente politico. “Nello Yemen c’è il potere dello Stato che si è indebolito. Poi ci sono i capi religiosi che difendono i loro interessi personali , gli sceicchi , corrotti e sempre più influenti , e per ultimi i commercianti succhia-sangue. Anche Al Qaeda vorrebbe approfitt
Finora nel paese nessun gruppo è riuscito a prevalere sull’altro e si è creato un equilibrio particolare , una variante yemenita della separazione dei poteri “Oggi la situazione è fuori controllo. Il presidente non governa da molto tempo. Ha distribuito soldi qui e là , ha regalato posti di responsabilità ad alcuni e ha concesso privilegi particolari ad altri. Invece di rafforzare le norme statali e le procedure istituzionali ha messo in piedi una politica clientelare e a un certo punto chi aveva ottenuto un favore ha creduto di poter prevalere anche sull’autorità del governo”.
Al Assadi quattro anni fa decise di pubblicare le caricature danesi di Maometto. Per al Assadi non c’era nessun oltraggio alla religione dato che nessuno sapeva che aspetto ha il profeta. Il governo decise di ritirare la licenza al giornale e migliaia di persone istigate dai capi religiosi hanno sfilato nelle strade di Sana’a per chiedere la testa di al Assadi. I vari quotisiani occidentali descrissero la storia di questo direttore paladino della libertà di stampa nell’epicentro della fede musulmana. E’ stato condannato a 6 mesi di carcere che sono stati convertiti a mezzo milione di riyal ( 1800 euro). Nella città vecchia di Sana’a si trovano 210 moschee. In media ci sono tre ogni strada.
Ghazwan è un esperto di Al Qaeda e la vora per El Easad, un giornale in lingua araba. A vent’anni , durante il regime comunista, Il governo dello Yemen del Sud lo mandò a Cuba. Dopo tre anni trascorsi nell’isola si arruolò nei servizi segreti. Dopo la riunificazione dei due yemen il suo copro militare è stato assorbito dal governo di Sana’a. Ghazwan ha una buona memoria ricorda tutti i luoghi colpiti da Al Qaeda , i nomi delle persone coinvolte e la nazionalità delle vittime.
Al Qaeda è vista bene perché è schierata dalla parte giusta “Se la prende con l’America , con Israele e con il governo, che è odiato da tutti” spiega “In più tratta bene i musulmani”. Sono morte solo 90 persone yemenite dal 1998 ad oggi. E’ una cifra irrisoria se paragonata ai 4000 incidenti stradali mortali registrati nel 2009.
Il programma di Al Qaeda non dispiace alla popolazione. Gli yemeniti non piangono per gli stranieri morti “Secondo le stime la rete ha 500 combattenti. La metà è yemenita , l’altra metà viene dall’Egitto , dalla Siria, dall’Arabia Saudita e pochissimi vengono dall’Occidente. Si nascondono ad est , nei pressi di Marib e a sud nello Hadramaut”. Cinquecento persone non sono molte ma possono fare danni enormi. Ghazwan spiega come reclutano i nuovi miliziani “Ai ragazzi parlano del Paradiso, delle donne meravigliose e di tutte le altre delizie che gli spettano dopo la morte e di cui finora hanno dovuto farne a meno. Gli dicono che la povertà esiste perché Dio è infuriato con i nemici , i cristiani e gli ebrei. Poi gli presentano una persona importante , che prega per venti giorni insieme a loro. Li rassicurano e gli dicono che quando poi attiveranno la bomba tutto succederà in una frazione di secondo e loro non se ne accorgeranno nemmeno. E se le loro madri piangeranno . Allah le aiuterà perché loro avranno compiuto una buona azione”
Al Qaeda ha potere in questi ragazzi e in questa gente perché sono poveri, e perché i capi religiosi hanno tanto potere.
madyur