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Al Quaeda: terrorismo internazionale a Olbia? Focus su indagine

Creato il 26 aprile 2015 da Yellowflate @yellowflate

Al Quaeda: terrorismo internazionale a Olbia? Focus su indagineIl filo rosso che collega la Sardegna con Al Quaeda aveva sede a Olbia, lì a pochi passi dalla Costa Smeralda pare si ordissero trame di terrorismo internazionale.

Al vertice c'era il capo della comunità pachistana di Olbia, Sultan Wali Khan, e l'imam di Bergamo e Brescia Hafiz Muhammad Zulkifal.

Un filo rosso che percorre tutta l'Italia?

Diversi gli indagati ed i fermi per custodia cautelare. Una delle più importanti operazioni contro il terrorismo internazionale degli ultimi anni.
Gli interrogatori iniziano da Foggia dove si è recato il pubblico ministero Danilo Tronci e il gip Giorgio Altieri, che ha firmato le ordinanze di custodia cautelare, sono a Foggia per interrogare uno dei dieci, Yahya Khan Ridi, di 37 anni.

Una ordinanza di parecchie pagine dove emergono particolari sconcertanti.

All'imam di Bergamo, al capo spirituale della comunità pakistana a Olbia, a Niaz Mir, il 41enne pachistano arrestato a Roma, vengono contestati atti gravissimi tra cui spicca l'attentato del 28 ottobre del 2009 al mercato di Peshawar, che costò la vita a 100 persone, di un'altra strage l'11 marzo 2011 nel mercato di Dera Murad Jamali, in Pakistan, che provocò la morte di tre persone e il ferimento di altre 25, fra cui alcuni agenti di polizia impegnati nella scorta di un convoglio di un'azienda petrolifera.

Non solo, si contesta persino il presunto sabotaggio con una bomba alle linee elettriche pakistane in Quetta, Beluchistan e Khyber Pakhtunkhwa il 14-15 agosto 2011.

Si aggiungerebbero all'elenco di attentati persino un attentato ai danni di un'auto della polizia pakistana a Bakra Mandi in cui un agente morì e un altro rimase ferito, il 12 novembre 2011; l'attentato lo stesso giorno a Bannu ai danni di una scuola femminile in cui rimase ferita una donna; il sequestro e l'omicidio di quattro membri dell'apparato di sicurezza pakistano a Pir Chanbal, sempre il 12 novembre 2011, e infine un altro attentato ai danni di un veicolo della Polizia pakistana a Charsada lo stesso giorno.

Una sorta di macelleria organizzata dalle trame internazionali.

Si esaminerebbero anche i messaggi via sms inviati il 19 novembre 2011 da una persona non identificata a Hafiz Muhammad Zulkifal, imam di Bergamo e Brescia. Messaggi che, letti uno dopo l'altro, come sottolineato dallo stesso Gip, formano un discorso unico.
"Signor Hafiz Maulana. Grazie a Dio e come volevate voi abbiamo fatto tante commissioni di successo in Pakistan, oltre queste c'è anche quella del Khulasathan - si legge negli Sms -. Vogliamo indicarti questi: noi abbiamo fatto un attentato con successo al posto di blocco della Polizia a Charsada. Abbiamo lanciato le granate su Swat in quello loro... e due sue persone sono state ferite. Noi abbiamo fatto un attentato con successo in Dera Murad Jamali e abbiamo spedito tre persone all'inferno".

E gli Sms, riportati nelle pagine dell'ordinanza,: "Per distruggere il sistema elettrico noi abbiamo fatto saltare tre tralicci con esplosioni in Kohlu. Nell'uccisione con successo, abbiamo spedito all'inferno il capo dell'ente Wapda. In Swabi con esplosioni di due bombe abbiamo distrutto, abbiamo fatto saltare con un'esplosione anche una scuola in Bannu. I militari che abbiamo catturato nell'operazione contro di noi li abbiamo ammazzati. I nostri 5 sathi sono diventati martiri".
Nei messaggi gi sarebbero pure richieste di finanziamento del tipo : "Grazie a Dio e come volevate voi abbiamo fatto tante commissioni di successo in Pakistan - tra quelle cose che abbiamo fatto noi per te, tra questi ci sono oltre i Kamikaze, attentati e Target killing questi i dettagli più importanti. Per favore manda 50... manda milioni, perchè noi abbiamo molto bisogno di finanze...Grazie".

(fonti dal web)

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