Non ci siamo proprio. Si parla tanto di rilanciare l’anemico settore del ciclismo su pista italiano, rappresentato a Londra dal solo Elia Viviani nell’omnium. A parole la volontà dei dirigenti volge in questo senso, ma i fatti dicono tutt’altro.
Ai Mondiali juniores che prenderanno il via oggi in Nuova Zelanda, infatti, l’Italia non sarà presente. La Federazione, infatti, a fronte della situazione economica attuale, ha ritenuto di non potersi permettere la trasferta di un’intera rappresentativa dall’altra parte del mondo.
La crisi che attanaglia il Bel Paese ed il resto del mondo ha certamente inciso, ma forse sarebbe ora di prendere decisioni razionali e calibrate, stabilendo delle priorità. Se davvero si vuole rilanciare la pista, la rifondazione non può che partire dai giovani, per i quali appuntamenti come quello in terra maori sarebbero fondamentali per confrontarsi con realtà in questo momento distanti da noi anni luce. Isolamento fa rima con rinuncia.
A parole si vuole tornare ad investire sul ciclismo pista, poi non si mettono le nuove leve nelle condizioni migliori per emergere: servirebbe maggiore coerenza.
Foto: Arianna Fidanza, campionessa d’Europa juniores in carica nella corsa a punti
OA | Federico Militello