Al via il 26° festival mix di cinema gaylesbico e queer culture

Creato il 21 giugno 2012 da Superpop @SuperPop
"I can't see me lovin' nobody but you for all my life", osavano gorgheggiare i Turtles nel '67 nella loro celebre Happy Together. Poi Wong-Kar-wai decise di tradurre questa incosciente passione in una struggente storia d'amore tra due uomini, trascinandoci nella vertigine della scommessa con la felicità: "Happy Together" è infine lo slogan di questa 26a edizione del Festival di Cinema Gaylesbico e Queer Culture di Milano (ormai da qualche anno non a caso ribattezzato MIX) che apre i battenti, con un cocktail di inaugurazione, domani alle ore 18 al teatro Strehler.
L'evento culturale che apre l'estate meneghina offre alla città non solo lo stato dell'arte globale del cinema a tematica GLBT, ma anche dibattiti, libri, teatro, musica e la possibilità di stare assieme, più o meno felici, a godersi un buon film o a sorseggiare un drink sul sagrato dello Strehler.
Quindi uno degli obiettivi originari della kermesse, includere una comunità nel suo contesto conservandone la specificità, è stato raggiunto. In attesa che a questo punto il comune dia seguito alle promesse elettorali di istituire un registro delle unioni civili, il festival offre l'occasione di esplorare le articolazioni di un'identità capace di mantenersi ancora vitale e discussa.
Evento speciale d'apertura è "North Sea Texas", debutto al lungometraggio del belga Bavo Defurne, già vincitore di un Marc'Aurelio all'ultimo Festival Internazionale del Film di Roma, è uno spaccato sul tema dell'omosessualità tra adolescenti.
Tra più di 100 titoli anche l'acclamato "Weekend" di Andrew Haigh, "Bye Bye Blondie", "Leave It On The Floor" (che mette in scena le pose strabilianti del voguing, coreografato dal direttore creativo di Frank Gatson Jr) e "Love Is In the Air" un "musical drama" prodotto da Zentropa, la casa di produzione di Lars Von Trier.
Tra i documentari, "Vito" di Jeffrey Schwarz, incentrato sulla figura di Vito Russo, autore de "Lo Schermo Velato", lavoro fondamentale su come Hollywood ha descritto gli omosessuali sullo schermo, e "Lo Chiamavamo Vicky" di Enza Negroni, ritratto attesissimo sugli anni di formazione di Pier Vittorio Tondelli.
E infine "UNCUT", una rassegna di pellicole riproposte senza censura in nome della libertà di espressione: si parte con "Estasi" di Gustav Machaty (1933) che esibisce il primo nudo della storia del cinema e si conclude con due lavori di William Friedkin: "L'Esorcista" (1973) e "Cruising" (1980), un film che nella sua versione integrale voleva essere una particolare rilettura dell'Inferno di Dante.
Per tutte le informazioni: www.festivalmixmilano.com

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