Al via il cammino per attuare la Dir2012/27/EU sull’efficienza energetica

Da B2corporate @b2corporate
Un articolo dedicato alla Direttiva UE 2012/27 con focus sull'efficienza energetica.
Qui di seguito trovate un'analisi a cura di Eros Tassi, esperto in ambito della consulenza energetica e autore dell'ebook "Gestire l'efficienza energetica nelle attività produttive".
Partendo da un estratto del comunicato relativo all’attuazione della Direttiva, l'articolo prosegue con un po' di storytelling sul percorso europeo dell'efficienza energetica, traccia un quadro di sintesi della Direttiva UE 2012/27, per giungere a focalizzare i nastri di partenza dell’attuazione nazionale: spunti di riflessione su cosa cambia per le imprese italiane, a seconda della loro dimensione. Dall’articolo è possibile scaricare gratuitamente la direttiva, lo schema di decreto ed i documenti correlati.
Con comunicato del 4 aprile, il Governo ha approvato uno schema di decreto legislativo che recepisce la direttiva 2012/27/UE sull’efficienza energetica. Il passo successivo sarà quello di acquisire i pareri delle competenti commissioni parlamentari.
Estratto tal quale dal relativo comunicato: “Il provvedimento introduce nell’ordinamento nazionale misure innovative finalizzate a promuovere l’efficienza energetica nella pubblica amministrazione, nelle imprese e nelle famiglie secondo gli obiettivi posti dall’Unione Europea di una riduzione dei consumi di energia primaria del 20% entro il 2020.
Il target di riduzione dei consumi di energia al 2020, già fissato dalla Strategia energetica nazionale, viene oggi aggiornato con nuove misure:
-   interventi annuali di riqualificazione energetica sugli immobili della pubblica amministrazione;
-   la previsione dell’obbligo per le grandi imprese e le imprese energivore di eseguire diagnosi di efficienza energetica;
-   l’istituzione di un Fondo nazionale per l’efficienza energetica per la concessione di garanzie o l’erogazione di finanziamenti, al fine di favorire interventi di riqualificazione energetica della PA, l’efficienza energetica negli edifici residenziali e popolari e la riduzione dei consumi di energia nell’industria e nei servizi.”
Un po' di storytelling
A livello comunitario, nel 2006 si fissò la 2006/32/CE, che prevedeva il 9% di risparmio energia (primaria negli usi finali) al BAU del 2016. Già l'anno dopo tuttavia, si concordava che si trattasse di un obiettivo scarsamente ambizioso: sarebbe stato più opportuno porsi un obiettivo del 20% al 2020.
Nel corso degli anni successivi infatti si constatò che l’originario 9% al 2016 era alla portata, mentre si evidenziava sempre di più il ritardo rispetto al secondo target: la 2012/27/CE, che nelle premesse contiene esplicitamente queste due osservazioni, nasce per coordinare i necessari sforzi aggiuntivi, eventualmente anche coinvolgendo i principi di sussidiarietà e complementarietà.

L’ obiettivo sull’efficienza energetica fa parte della triade 20-20-20 al 2020 che l’Unione si pone ma, a differenza degli altri due (su rinnovabili ed emissioni), i Paesi membri non hanno acconsentito che questo obiettivo fosse vincolante: il 20% di riduzione consumi per efficienza energetica sarà puramente indicativo. Si può ritenere quindi che non verrà raggiunto: il 15% sarà il risultato più probabile, almeno per le azioni direttamente correlate alla Direttiva. Altre misure addizionali nella progettazione ecocompatibile di alcuni componenti e nei trasporti potrebbero far raggiungere un 17% (nell’obiettivo di risparmio di energia primaria sono considerati anche i trasporti, ai quali tuttavia la Direttiva non dedica molta attenzione).
Ad ogni modo, è da notare che ogni Paese membro dovrebbe presentare un piano d’azione nazionale per l’efficienza energetica, entro il 30 aprile 2014 e successivamente ogni 3 anni. Sono previsti periodi intermedi di monitoraggio su come i vari Paesi stanno percorrendo il cammino verso il proprio singolo obiettivo (al 2016 è prevista una verifica).
Un quadro di sintesi sui contenuti della Direttiva UE 2012/27
Si tratta di una Direttiva ad ampio spettro, (ci torneremo in articoli successivi) essendo difficile in una sola puntata tener conto di tutto quanto riguarda:
-   tutti i consumi energetici (anche se come detto, sui trasporti si focalizza poco)
-   sia il pubblico che il privato
-   tutti i settori produttivi
-   il residenziale come il terziario e l’industria
-   tutta la filiera energetica, partendo dalla generazione fino all’uso finale
-   gestione energetica,  mercato dei servizi, formazione di figure professionali adeguate
Primi spunti di riflessione
Lanciamo invece qualche spunto, in forma ancora molto aperta e ripromettendoci sviluppi più approfonditi durante l’evoluzione dello schema attuativo:
-   Intanto, specie per il programma riguardante l’edilizia, efficienza energetica significa investimenti, senza i quali tutto quanto si riduce a chiacchiere: questo si traduce in un’ennesima pressione ai vincoli di bilancio; al momento, per quanto sia difficile fare una verifica puntuale, la maggior parte del cammino compiuto (comunque non al passo con la road map) temo sia dovuto all’effetto crisi.
-   Ugualmente, sarebbe interessante proporre un sondaggio: nel porsi limiti ambiziosi di risparmio energetico, l’Unione Europea si toglie competitività da sola o si attrezza per funzionare meglio degli altri in un secondo futuro? Posta zero la coordinata relativa alla prima posizione e cento quell’altra, sarebbe interessante sondare dai lettori a che valore tra zero e cento si pone la loro opinione (nella relazione tecnica allegata allo schema di decreto si propende ovviamente verso il cento).
-   Uno spunto sicuramente interessante è l’introduzione di criteri più razionali per allocare tramite adeguate valutazioni prioritarie di costi-benefici le risorse per gli interventi.

La diagnosi energetica per le grandi aziende
Infine è interessante l’istituzione di una vera e propria “matrice di diagnosi a tappeto”, riguardante le imprese: “le grandi imprese” (i criteri con cui si sta dentro o fuori la PMI sono riportati nel testo dello schema) saranno tenute entro fine 2015 (5 dicembre) ad una diagnosi energetica, da rinnovarsi ogni 4 anni. Le diagnosi energetiche non sono obbligatorie se l’azienda ha un sistema di gestione energetica conforme alla norma ISO 50001; in caso contrario vanno eseguite e prevedono la messa in gioco di professionalità i cui requisiti sono anch’essi affrontati nello schema. Inoltre verranno eseguiti controlli sulla loro correttezza, coordinati da ENEA.
PMI: cultura e strategie al risparmio energetico
Per le PMI saranno invece previsti meccanismi di sostegno perché compiano questi passi, di tipo non solo tecnologico ma anche gestionale, verso la facilità al risparmio energetico: come da B2corporate più volte ribadito, cogliere davvero il vantaggio competitivo dell’efficienza energetica implica una predisposizione tattica e strategica.
Lo schema sviluppa anche il cammino necessario alla formazione di un retroterra adeguato di professionalità e di sistemi di controllo.
Potenzialmente, l’insieme è promettente; sempre tuttavia che funzioni veramente in tal senso, traducendosi in un vero aiuto alle imprese nel perseguire il proprio cammino verso l’efficienza energetica, piuttosto che un incrudimento della batteria di irrigidimenti burocratici, che sono l'ultima cosa di cui l'Italia ha bisogno per riprendere a girare. Ma, ad ogni modo, l’iter sta facendo il suo cammino, che seguiremo da vicino con B2corporate.
Risorse utili per approfondire
-   Per approfondire le tematiche in materia di ottimizzazione energetica, leggete l'ebook "Gestire l'efficienza energetica nelle attività produttive" a cura di Eros Tassi.

Per scaricare gratuitamente lo schema di decreto della Direttiva UE 2012/27 e i documenti rilevanti, procedi qui sotto:
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