Al via su Horror Channel (Sky 134) il ciclo "Best British Horror Month"

Creato il 07 febbraio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Una senzatetto che porta una brutta sorpresa in casa di una coppia perversa, un'ex tossica alle prese con un oscuro farmaco e un marito umiliato da una moglie timorosa dei cani. Sono gli ingredienti alla base dei tre episodi sul binomio sesso e morte che costituiscono Little deaths (venerdì 28 ore 22.45), diretto a sei mani da Sean Hogan, Andrew Parkinson e Simon Rumley e rientrante nel poker di titoli scelti da Horror Channel per omaggiare il cinema dell’orrore made in England nel Best British Horror Month (da venerdì 7 ore 22.45).
Dalla produzione orrorifica su celluloide sfornata nella nebbiosa patria di Jack lo squartatore e dei classici targati Hammer, infatti, l’emittente recupera sia Isolation–La fattoria del terrore (venerdì 14 ore 22.45) di Billy O’Brien, storia di un’infezione proveniente da feti bovini mutanti generati dalla sperimentazione di test, che Monsters (venerdì 21 ore 22.45) di Gareth Edwards, che dopo averci messi al corrente del fatto che una sonda artificiale si è schiantata al confine tra Stati Uniti e Messico, si concentra sul viaggio di un reporter e della figlia del proprietario del giornale per cui lavora verso la zona posta in quarantena dai militari.
Quindi, non l’ennesimo lungometraggio fantascientifico tutto azione ed effetti speciali, bensì un elaborato caratterizzato da un evidente sottotesto sociale, come pure il vero e proprio cult del quartetto: Nero criminale–Le belve sono tra noi (venerdì 7 ore 22.45), diretto dallo specialista in metafore in salsa horror Pete Walker (La terza mano e La casa del peccato mortale nel curriculum). In questo caso, è una passata –ma forse mai conclusa –storia di cannibalismo a ruotare attorno a una stramba famiglia di cui fanno parte due sorelle molto diverse tra loro: l’una dolce e dedita ai genitori di mezza età, ai quali porta spesso strani pacchetti, l’altra ribelle disadattata. Perché è bene saperlo: le storie di paura da schermo partorite dagli inglesi non hanno riguardato sempre ed esclusivamente lugubri castelli e mostruosità in costume.

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