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Al via su Rai 3 e Rai Storia "Il Tempo e la Storia", cultura e rigore scientifico veicolate attraverso il linguaggio televisivo
Creato il 11 novembre 2013 da Nicoladki @NicolaRaianoCentosessanta puntate per raccontare la complessa Storia dell’uomo attraverso i passaggi che, un’epoca dopo l’altra, l’hanno segnata e ne hanno tracciato il cammino e fornire uno strumento di lettura del presente. A condurre Il tempo e la storia, Massimo Bernardini, esperto del mondo della televisione e della divulgazione, che insieme ad alcuni dei più autorevoli storici italiani costruirà, di puntata in puntata, il racconto della Storia.
La sfida de Il tempo e la storia è quella di riuscire a conciliare la cultura, il rigore scientifico e il linguaggio televisivo; un’operazione che si ispira all’indimenticata esperienza de L’Approdo, la più longeva trasmissione culturale della Rai in onda dal ’63 e per quasi un decennio, resa possibile grazie al contributo di autorevoli personalità del mondo della cultura dell’epoca come Riccardo Bacchelli, Carlo Bo, Emilio Cecchi, Roberto Longhi, Giuseppe Ungaretti ed Ettore Bernabei.
Sulla scia di quella esperienza Il tempo e la storia si avvarrà di un comitato storico scientifico del quale fanno parte: Alessandro Barbero, Mauro Canali, Franco Cardini, Isabelle Chabot, Giovanni De Luna, Ernesto Galli Della Loggia, Emilio Gentile, Agostino Giovagnoli, Alberto Melloni, Gilles Pecout, Francesco Perfetti, Giovanni Sabbatucci e Lucio Villari. Tredici studiosi, ciascuno con la propria competenza, con i quali il programma è scritto e realizzato; a Massimo Bernardini il compito di orchestrare il grande racconto della Storia affinché possa arrivare al pubblico in modo chiaro e coinvolgente.
Il tempo e la storia racconterà vicende, fatti, personaggi che hanno fatto la storia dell’umanità nelle diverse epoche e in ogni parte del mondo. Dalla Storia antica a quella medievale, dalla Storia moderna a quella del primo e del secondo ‘900; storie in grado di suscitare interrogativi e di aprire prospettive di analisi e d’interpretazione. Nel corso dei cinque appuntamenti giornalieri i temi toccheranno epoche e luoghi diversi, mentre una puntata a settimana sarà dedicata alla Storia delle arti e della scienza. A guidare il telespettatore dentro il grande libro della Storia, un set virtuale che riproduce una moderna galleria d’arte nei cui padiglioni, dedicati alle diverse epoche storiche, saranno le immagini, le foto, i filmati di repertorio, l’infografica e i documenti inediti a tracciare, ogni volta, le linee del percorso oggetto della puntata.
Il tempo e la storia prevede singole puntate su specifici argomenti e alcune serie tematiche. Tra queste “I grandi delitti politici”: Lucio Villari ci porterà nei luoghi dove si sono consumati gli assassinii che hanno cambiato il corso della Storia, da Abraham Lincoln a John e Bob Kennedy, da Indira Gandhi e Benazir Bhutto all’assassinio di Franz Ferdinand fino all’uccisione dei Fratelli Rosselli e a quella di Olof Palme.
Nella serie “L’Italia del fascismo” sarà Francesco Perfetti a raccontare significato e retroscena de “L’impresa fiumana” ma anche il complicato rapporto tra il Vate e il Duce in una puntata dal titolo “D’Annunzio e Mussolini, i carissimi nemici”; il professor Perfetti ci parlerà inoltre de “I nazionalismi tra destra storica e fascismo” e di cosa rappresentò in una società “tradizionale” il movimento futurista di Marinetti in una puntata ad hoc dal titolo “Futurismo e Politica”. “Gli anni del boom” sarà invece la serie dedicata al decennio ’50-’60 del capitalismo italiano, un viaggio curato da Giovanni De Luna dentro l’economia fiorente di quegli anni e i cambiamenti sociali che con essa vennero a determinarsi. Grande spazio dunque alla Storia contemporanea italiana, e al racconto delle principali vicende nazionali, Il tempo e la storia punterà sugli aspetti più virtuosi della società. La ricchezza di idee, la solidarietà, le Resistenze, il contributo artistico e la libertà intellettuale, in una rilettura critica e mai ideologica nel tentativo di restituire al pubblico il profilo di un Paese che, tra lacerazioni e divisioni, non ha mai perso la vocazione unitaria.
Tra gli altri appuntamenti si segnala una serie incentrata sulla Storia dell’Italia risorgimentale a cura di Gilles Pecout, specialista dell’Europa mediterranea e dell’Italia del Risorgimento e direttore del dipartimento di Storia alla Scuola Normale Superiore di Parigi. Il medievista Franco Cardini ci guiderà nell’Europa del ‘500, nella Firenze dei Medici e in quella di Savonarola, tra la caccia agli eretici e la caccia alle streghe. Sarà invece Agostino Giovagnoli, Presidente dell’Associazione storici contemporaneisti italiani a ripercorrere in particolare la Storia dei partiti e dei governi dell’Italia repubblicana.
E se per secoli la narrazione della Storia ha visto attori principali gli uomini, per completarne il percorso, un’attenzione particolare sarà dedicata alle donne nella Storia. L’ingresso a partire dagli anni ’80 dello studio delle relazioni di genere nel racconto storico, ha portato cambiamenti profondi, ha aperto nuovi interrogativi e ha richiesto una nuova lente di lettura. Il contributo dato dalle donne, come protagoniste e come studiose, sarà curato da Isabelle Chabot, Presidentessa dell’Associazione delle donne storiche. Tra i temi, il femminismo nell’Islam e il femminismo degli anni ’70 per la conquista dei diritti civili, ma anche l’immigrazione femminile negli anni ’50 e il rapporto tra le donne e la Chiesa.
Il tempo e la storia: il rapporto inscindibile tra la Storia e il tempo umano. Una relazione stretta e complessa che fa della Storia la conoscenza della realtà attraverso il tempo e del tempo la trama nella quale si dipanano gli avvenimenti che fanno la Storia.
La sigla de Il tempo e la storia ha una firma d’eccezione, quella di Ivano Fossati con una versione ridotta del brano “C’è tempo”.
Nella prima puntata, “La brutta epoque” con Emilio Gentile, in onda lunedì 11 novembre, l’Europa celebra la sua potenza imperiale e il suo modernismo mentre già sono presenti tutti i semi che porteranno alla guerra mondiale. È il 14 aprile del 1900 e a Parigi si inaugura la più grande ed entusiastica celebrazione della modernità che la Storia ricordi: l’Esposizione Universale. L’Europa, in pace da 30 anni, espande la sua potenza commerciale nel mondo e con essa la sua civiltà. Eppure, soltanto 15 anni dopo, l’Europa entrerà in guerra. Com’è potuto accadere? L’EXPO di Parigi del 900 come espressione della modernità trionfante, con un’Europa che si preoccupa della propria decadenza fisica e morale e che vede in una guerra rigeneratrice l’unica medicina possibile. In Italia la manifestazione più dirompente di questo mito della rigenerazione sarà il Futurismo.
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