"Sicuro di preferire la Ferilli?"
Alabama Monroe – Una storia d’amore (Belgio, Olanda 2012) Titolo originale: The Broken Circle Breakdown Regia: Felix Van Groeningen Sceneggiatura: Carl Joos, Felix Van Groeningen Tratto dall’opera teatrale: The Broken Circle Breakdown featuring the Cover-Ups of Alabama di Johan Heldenbergh e Mieke Dobbels Cast: Johan Heldenbergh, Veerle Baetens, Nell Cattrysse, Geert Van Rampelberg, Jan Bijvoet Genere: bluegrass Se ti piace guarda anche: La guerra è dichiarata, Blue Valentine, La stanza del figlio Uscita italiana: prossimamenteCaro Paolo Sorrentino, La grande bellezza è un gran bel film e mi inchino a te e alle tue capacità registiche. Devo però ammettere che io, all’ultima notte degli Oscar, anziché il tricolore verde, bianco e rosso sventolavo bandiera… No, non bandiera gialla. Non siamo mica dentro una canzone di Gianni Pettenati, che hai capito? Sventolavo la bandiera del Belgio. Come mai?
Innanzitutto perché sono un antinazionalista pezz’e mmerda e l’amoreodio più odio che amore per la mia patria è qualcosa che mi porto dentro. Il motivo principale comunque è che il film belga in gara nella cinquina delle migliori pellicole straniere agli Oscar 2014 è quello che mi è piaciuto di più. Hai presente quando vedi un film e te ne innamori e non è una cosa razionale, è così è basta? Ecco, a me non è capitato con la tua grande bellezza, che pure ho gradito assai, a parte la parte finale che quella insomma, potevi anche farla un po' meglio… A me è successo con questo piccolo film belga The Broken Circle Breakdown o, per dirla con il titolo italiano visto che è previsto in uscita prossimamente anche nelle nostre sale, Alabama Monroe – Una storia d’amore. E' con questo che è scoppiato l’amore. A Sorrentì, il tuo film è girato da Dio. Secondo me oggi come oggi a livello visivo sei il più grande talento italiano, e vah beh questo magari non è che ci vada molto, ma sei uno dei migliori anche a livello mondiale. Per pura potenza delle immagini, con te credo possano competere al momento giusto Terrence Malick, Nicolas Winding Refn e Darren Aronofsky. Forse pochi altri. Splendida la tua regia, Paoletto, però il tuo film è un pezzo di ghiaccio. Eddaje, diciamolo. È un film di spessore artistico, culturale, politico a suo modo, religioso, spirituale, pieno di kitsch e allo stesso tempo di bellezza. A livello di cuore non sta invece messo benissimo. A me i film freddi piacciono anche, ma quando ti ritrovi di fronte a una pellicola cinematograficamente di ottimo livello e che ti fa pure venire i brividi, allora c’è poco da fare.
Sorrentì, il bel film belga non l’hai ancora visto? E allora ti dico io di che parla. The Broken Circle Breakdown racconta di una coppia. Lui musicista di musica country, anzi musicista della forma di musica country più pura e radicale: il bluegrass. Quello che ascoltano giusto negli stati del profondo Sud. Non mi riferisco alla tua Campania, Paoletto, ma al profondo Sud degli Stati Uniti. Lei invece è una sexy tatuatrice bionda interpretata da Veerle Baetens, attrice dal fascino magnetico da tenere assolutamente d’occhio. Fossi in te, Sorrentino, una parte nel mio prossimo film gliela farei provinare. Comunque, questi due hanno una figlia e questa si ammala di cancro. Una storia strappalacrime? Sì. Una storia raccontata in maniera strappalacrime? No. The Broken Circle Breakdown utilizza una struttura temporale molto libera, il presente si alterna con il passato che si alterna con dei flashback e tutto fluisce in una maniera libera, quanto allo stesso tempo naturale e facile da comprendere. Pur privo delle sue invenzioni stilistiche, mi ha ricordato il francese La guerra è dichiarata di Valérie Donzelli, lavoro dalla trama simile e dalla simile attitudine nel trattare un tema ostico in una maniera parecchio particolare e inconsueta. The Broken Circle Breakdown è inoltre un film molto americano. Molto americana è la fotografia. Molto americane sono le ambientazioni country. Molto americana è la musica della piacevole colonna sonora folk, anzi bluegrass, che ricopre un ruolo centrale nella pellicola. Non americana è invece l’attitudine con cui la delicata drammatica tematica della malattia viene affrontata.
"Let it go, let it gooooo...
Mannaggia, non mi va più via dalla testa, quella maledetta canzoncina!"
Per quanto riguarda una pellicola come The Broken Circle Breakdown, devo dire che gli aspetti positivi hanno prevalso. Sebbene, come ti dicevo prima, questo film più che di Belgio, di Francia, di Olanda, di Germania o di altro, sa di America. E in questo mi ha vagamente ricordato un paio di tuoi lavori, Paoletto. Non La grande bellezza, bensì i due tuoi film più sottovalutati, o comunque i meno celebrati: L’amico di famiglia, soprattutto per il personaggio del cowboy Gino, e poi This Must Be the Place per il modo europeo di guardare alla cultura americana. Allo stesso tempo resta un film belga, qualunque cosa ciò significhi, e io l’ho amato, l'ho amato molto. Al suo interno ci sono delle scene commoventi, ma niente roba da fazzoletto facile. C’è la vita di due persone e a ben vedere nel film ci sono solo loro due e poco altro. C’è un monologo contro Dio e la religione che sarebbe roba inimmaginabile nella bigotta America, figuriamoci nella più ancor bigotta Italia, persino nei tuoi film, Paolo. Sopratutto, dentro The Broken Circle Breakdown c'è un'altra cosa, che si trova soltanto in poche rare pellicole ed è una cosa a te tanto cara, caro Sorrentino: la grande bellezza. (voto 8+/10)